Juve, pericolo iceberg: occhio a non fare la stessa fine del Titanic!

Allegri predica attenzione, raccomanda al suo equipaggio di stare allerta per non rischiare di ritrovarsi d’un tratto davanti a un iceberg quando sarebbe ormai impossibile virare per evitare un impatto che risulterebbe fatale.

Titanic docet. Il transatlantico inaffondabile affondò a causa della negligenza del suo capitano Edward John Smith e dei suoi ufficiali, i quali ignorarono gli avvisi che segnalavano la presenza di iceberg sulla rotta per New York.

Allo stesso modo, Allegri ha ignorato i reiterati segnali di pericolo, in realtà piuttosto evidenti, che, letti e interpretati nella maniera corretta, avrebbero potuto evitare l’impatto con l’Iceberg Fiorentina.

Vero è che la Juventus, al contrario del Titanic, è rimasta a galla nonostante lo squarcio causato dall’urto col blocco di ghiaccio rappresentato dai viola, ma è vero pure che sulla sua rotta il transatlantico bianconero potrebbe incontrare un altro iceberg e in caso di nuovo impatto, la falla aperta dal primo si allargherebbe al punto da condannare la nave ad affondare inevitabilmente.

Allegri come Edward John Smith, ma il naufragio del Titanic non è da addebitare unicamente al suo capitano. La White Star Line, compagnia proprietaria del transatlantico si rese complice della catastrofe esercitando pressioni su Smith affinché spingesse i motori al massimo per giungere a New York con un giorno d’anticipo e aggiudicarsi il prestigioso blue ribbon.

Se infatti il Titanic avesse tenuto una velocità di crociera minore, avrebbe fatto in tempo ad evitare l’impatto fatale. Così la proprietà della Juventus ha chiesto ad Allegri di spingere al massimo i motori di una squadra stanca, che di legna da ardere per alimentarli quei motori, sembra non averne quasi più.

La dotazione di legna necessaria per ottenere un supplemento di potenza per l’allungo decisivo avrebbe dovuto fornirla la proprietà, quando s’è visto che non ce n’era quasi più.