Juve, una vale l’altra: le palline stavolta pesano tutte allo stesso modo e pesano tanto, forse troppo

Una vale l’altra. Questa volta le palline sono tutte uguali, pesano tutte allo stesso modo. Non sarà più possibile appellarsi alla fortuna, perché affrontare una tra Bayern, Real e Barcellona è sempre una sfortuna.

Una vale l’altra, dicevamo. Una ha Robben, Ribery e Müller, l’altra ha CR7, Bale e Benzema e poi ci sono loro, che “solo a pronunciare i loro nomi tremano i mobili”: Messi, Suarez e Neymar, reincarnazioni moderne di Maradona, Ghiggia e Pelè, tre che se avessero giocato insieme, avrebbero conquistato non soltanto il mondo, come in effetti fecero, ma forse pure la Via Lattea.

Nel calcio, come nella vita, non c’è nulla che non possa accadere, non c’è pronostico che non possa essere smentito, non c’è risultato che non possa essere ribaltato, ma certo il rischio d’esser presi a pallate è assai concreto per una Juve che contro il Monaco non ha quasi mai messo il naso oltre la propria metà campo, subendo dall’inizio alla fine la pressione di una squadra che avesse avuto un attaccante diverso dai vari Berbatov, Martial e Germain, avrebbe spedito Tevez e compagni fuori dalla Coppa senza tanti complimenti.

I complimenti di sicuro non li faranno Robben, Ronaldo e Messi, che alla prima occasione la buttando dentro senza farsi pregare. Difendersi non basterà, anzi, non servirà. Servirà la Juve di Dortmund, se è mai esistita davvero…