Pagelle Inter
L’ammutinamento della Francia a Sudafrica 2010
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9 anni agoon
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RedazioneTutto iniziò con il colpo di mano di Thierry Henry nel match di ritorno dello spareggio contro l’Irlanda. Grazie all’assist galeotto di Titì, Gallas segnò e regalò alla Francia un’immeritata qualificazione al Mondiale 2010. I Bleus arrivarono in Sudafrica sulla scia delle polemiche: una squadra già divisa da contrasti interni, con uno spogliatoio spaccato tra clan, il tutto gestito dal bizzarro ct Raymond Domenech, che si diceva non avesse convocato Trezeguet e Pires perché nati sotto il segno del sagittario.
In questo clima i transalpini, che si presentavano alla rassegna iridata come vicecampioni del mondo, pareggiarono la prima partita contro un Uruguay in 10 per buona parte del match, e poi persero malamente contro il Messico, dando prova di essere una “non squadra”. Alla fine del match Gallas, indisposto da una domanda, fece il dito medio a un cronista, inimicandosi ancora di più l’opinione pubblica.
Dopo la sconfitta contro i nordamericani la situazione interna esplose: Nicolas Anelka insultò apertamente il ct davanti ai compagni durante l’intervallo della partita. Una talpa dello spogliatoio rivelò il tutto all’Equipe, che due giorni dopo la gara pubblicò in prima pagina l’insulto: “Vatti a fare in culo, lurido figlio di puttana”. Apriti cielo. Anelka fu prima escluso, poi cacciato dal ritiro.
Nel frattempo era esploso un altro caso: lo scontro Ribery-Gourcuff. I due giocatori di fantasia dei Bleus, di estrazione sociale totalmente diversa, nel viaggio di ritorno dopo il ko con i messicani vennero quasi alle mani dopo un violento diverbio, e furono trattenuti a stento dai compagni. Il tutto fu puntualmente riportato dai media transalpini il giorno dopo.
Ribery in un’intervista televisiva ebbe un crollo nervoso, mettendosi a piangere: “Ho letto che Gourcuff ha paura di me, ma io non ho nessun problema con lui. Anzi, penso che abbiamo bisogno di lui come giocatore. Per questo sabato ho parlato con lui, sapendo che era triste. Chiedo scusa a tutti i francesi perché non abbiamo mantenuto le aspettative. Abbiamo giocato male, non abbiamo dato il nostro meglio. Siamo stati un po’ troppo egoisti, non abbiamo giocato da squadra. Il mondo ride di noi e la situazione non è affatto normale. Si parla molto di quello che succede nello spogliatoio e non è giusto. Comunque, nessuno era d’accordo con l’esclusione di Anelka”.
Esatto. Pochi giorni dopo infatti, i giocatori si ammutinarono in segno di solidarietà al compagno cacciato, lasciando clamorosamente la seduta di allenamento sotto gli occhi di uno sbalordito Domenech. Capitan Evra e compagni si rifugiarono sul pullman, con le tendine tirate e le teste basse: il mezzo passò alla storia come ‘l’autobus della vergogna’.
La squadra consegnò all’odiato Domenech un comunicato da leggere in conferenza stampa. Il ct, che definì il gesto una pagliacciata, lo lesse comunque, umiliandosi davanti ai cronisti. Era la vigilia della partita decisiva contro il Sudafrica, e la Francia poteva ancora sperare di qualificarsi.
I Galletti invece persero com’era da aspettarsi contro i padroni di casa, e tornarono a casa in maniera ingloriosa. Non fu una Waterloo senza conseguenze: molti protagonisti dell’ammutinamento furono squalificati, lo stesso ct Domenech licenziato. Henry fu convocato dal presidente Sarkozy in un incontro rimasto segreto.
Fu il punto più basso della storia dei Bleus: basti pensare che prima dell’inizio del Mondiale in Brasile, per esorcizzare la spedizione transalpina in Sudafrica, l’Adidas, ex sponsor della Francia, ha distrutto davanti a centinaia di invitati il famigerato autobus della vergogna. Ma la storia non si cancella a colpi di pressa.
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