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Vaticano, Italia e Argentina ricevute in udienza da Papa Francesco
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11 anni agoon
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RedazioneE’ iniziata a mezzogiorno l’udienza che Papa Francesco ha concesso alle Nazionali di Italia e Argentina, che saranno impegnate mercoledì sera in amichevole allo Stadio Olimpico di Roma.
I giocatori e i dirigenti sono stati ricevuti dal Pontefice nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, in Vaticano. Complessivamente le due delegazioni sono composte da circa 100 componenti ciascuna.
C’è curiosità per sapere che regalo ha scelto per il Papa la delegazione azzurra e quali saranno le parole che il Pontefice rivolgerà ai calciatori più famosi. “Abbiamo pensato a un regalo, ma vogliamo che sia una sorpresa”, ha dichiarato ieri Prandelli in conferenza stampa.
Dopo l’udienza dal Papa, ci sarà una conferenza stampa congiunta, che sarà tenuta nella Ponteficia Accademia delle Scienze. Insieme ai commissari tecnici Prandelli e Sabella parleranno Gigi Buffon per l’Italia e Lionel Messi per l’Argentina, che sono stati scelti dal Vaticano come testimonial per lanciare una nuova rete educativa internazionale.
Ecco lo svolgimento dell’udienza, così come riportato da “Repubblica.it”:
Nelle sedie di prima fila i giocatori, da Messi a Balotelli. “Cari amici, queridos amigos, facciamo metà in italiano e metà in spagnolo”. Con il saluto del Papa è cominciata l’udienza. “Veramente sarà un pò difficile per me fare il tifo… Ma per fortuna è un’amichevole, e mi raccomando che sia veramente così. Uno sportivo, pur essendo professionista, quando coltiva questa dimensione di ‘dilettante’, fa bene alla società, costruisce il bene comune a partire dai valori della gratuità, del cameratismo, della bellezza“.
Poi il Pontefice ha aggiunto: “Prima di essere campioni, siete uomini, persone umane, con i vostri pregi e i vostri difetti, con il vostro cuore e le vostre idee, le vostre aspirazioni e i vostri problemi. E allora, anche se siete dei personaggi, rimanete sempre uomini, nello sport e nella vita. Uomini, portatori di umanità“. Poi una raccomandazione: “Siete molto popolari: la gente vi segue molto sia dentro che fuori dal campo. E’ una grande responsabilità
sociale. Lo sport è importante ma deve essere vero sport! Il calcio, come alcune altre discipline, è diventato un grande business! Lavorate perché non perda il carattere sportivo”. Infine una preghiera: “Per favore, vi chiedo che preghiate per me, perché anch’io, nel ‘campo’ in cui Dio mi ha posto, possa giocare una partita onesta e coraggiosa per il bene di tutti noi“.
Non sono mancati i ricordi di gioventù: “Ricordo quando bambini andavamo allo stadio, in particolare il campionato del ’46”: Papa Francesco, in spagnolo, rievoca lo scudetto del San Lorenzo parlando alle due delegazioni: “Andavamo con papà, mamma, i bambini. Ricordo un gol di Pontoni…“, ha aggiunto a braccio il Pontefice: “Renè Pontoni era un attaccante di quel San Lorenzo campione d’Argentina“.
Le due delegazioni hanno offerto in dono al Pontetifce l’ulivo dell’amicizia tra Italia e Argentina. In ricordo dell’ulivo che l’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio piantò nella Plaza de Mayo, questo nuovo albero sarà simbolicamente piantato domani all’Olimpico e poi nei giardini vaticani.
Dopo il saluto del Papa è intervenuto il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete. Ecco il discorso del n.1 della Figc:
“Santità,
in qualità di presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, tocca a me il privilegio di rivolgerLe, con emozione e gratitudine, il deferente saluto di tutto il calcio italiano, qui rappresentato nella sua massima espressione sportiva e dirigenziale: davanti a Lei c’è la Nazionale italiana e ci sono i nostri dirigenti, in rappresentanza di un mondo che ha un milione e mezzo di tesserati fra uomini e donne, oltre 15mila società, 70mila squadre, dall’area professionistica a quella dilettantistica, fino ai ragazzi e alle ragazze del nostro Settore giovanile e scolastico. Insieme agli arbitri e ai tecnici sono la “forza” di questa Organizzazione.
Al di là del ruolo sportivo e agonistico, sentiamo forte il dovere di offrire, attraverso il calcio e grazie alla sua straordinaria popolarità, una testimonianza di impegno civile e sociale.
Un calcio sano e pulito, nel quale i temi della solidarietà umana, dell’integrazione sociale senza alcuna distinzione, della difesa dei valori etici, del contrasto a qualsiasi forma di violenza e di illegalità devono trovare ogni giorno esempi concreti e spingerci a realizzare nuove iniziative.
E’ questo il nostro impegno, attraverso lo sport e il calcio, per contribuire alla promozione dell’uomo, riaffermare la dignità e il rispetto della persona.
Su questa strada ci guida il suo alto Magistero, al quale guardiamo con speranza e fiducia, sapendo anche – mi sia consentito – di poterLa annoverare tra gli appassionati e gli estimatori del nostro sport.
Le siamo grati, Santità, per averci voluto ricevere qui in Vaticano e averci dato l’opportunità di manifestarLe direttamente l’ammirazione e l’affetto di tutti noi.
La partita di domani qui a Roma, fra due Nazionali fra le più prestigiose e titolate del mondo, è stata voluta insieme, da noi e dagli amici argentini, proprio per rendere omaggio al suo Pontificato. Ed è con questi sentimenti che a nome di tutta la Federazione italiana e della Nazionale le rinnovo i sentimenti della nostra gratitudine e della nostra devozione“.
Julio Grondona, presidente della Federcalcio argentina (Afa): “Pregheremo sempre per Lei, Papa Francesco. Le chiediamo di benedire il calcio argentino affinché gli stadi tornano ad essere come quando lei cominciava a provare le prime emozioni di tifoso”. In Argentina, il massimo campionato è da anni condizionato da episodi di violenza all’interno e all’esterno degli stadi. “Santità – ha aggiunto Grondona – vogliamo solo vivere la festa in famiglia, in pace, nel rispetto e nella fratellanza “.
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