Pagelle Juventus
Editoriale – Arrivederci Presidente Garrone
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12 anni agoon
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RedazioneCarissimo Presidente, Le dedico una mia ultima produzione, visto che da tempo ormai ho smesso di scrivere, e non voglio abusare ulteriormente della pazienza altrui; Le giuro che, dopo la telefonata di mio papà, Suo coetaneo, una ventina di minuti fa, mi è venuta un’ansia terribile di valermi di quest’ultima ed unica occasione per salutarLa in un modo degno.
Mentre taluni l’hanno consacrata fra i Sampdoriani di fede più degna a scatola chiusa, io francamente gliel’ho sempre detto: non ho mai amato Lei, come magari avrebbe meritato. Non Le ho mai perdonato il modo in cui Lei prese la Sampdoria, Lei oggi capirà senz’altro che – pur rimanendo quel retrogusto amaro per quello che fu l’inizio – il mio solo rammarico oggi, negli undici anni successivi, è quello di aver perduto anni senza riuscire a perdonarLa e senza effettivamente riuscire a renderLe omaggio. Unisco, ora, l’umile, ma sincero, ringraziamento per quello che Lei ha fatto in questi undici anni. Lo unisco alla voce di tanti bardi: questo, almeno, forse, Le proverà che non ho dimenticato né il piacere che la Sua Presidenza in seguito mi ha dato, né il proposito di dirLe magari un giorno “Grazie” per quello che in seguito è stato capace di darci.
I torti dell’avvio sono stati, forse, per molti cancellati dai risultati ottenuti, ma per me no. Per me, oggi, sono messi in secondo piano, non tanto di fronte alla Sua dipartita, quanto piuttosto di fronte allo spirito generoso e fiero con cui i Suoi figli hanno preso le redini della Sampdoria. La bellezza ed i sentimenti verso persone che non si sono mai amate si possono anche ritrovare così… Il ricordo dopo una morte di una persona che ha dato comunque tanto può creare una realtà più calda e meno nuvolosa, ma la ferocia e la tenerezza non vanno mai di pari passo. Io non l’ho mai amata, ma Le dico GRAZIE.
Devo forse aggiungere altre parole laddove si suppone che siano tutti facondi di ringraziamenti senza, peraltro, essere piacevoli? No, io Le dico la verità anche in questo momento: HO SCRITTO MOLTO E SPESSO OLTRE IL NECESSARIO per chiederLe un silenzio più lungo di quello che, purtroppo, ora avremo.
Purtroppo troppe persone L’hanno giudicata per quello che faceva come Presidente della Sampdoria. sbagliando tutto, perché Lei è stato un grande Presidente della Sampdoria. Io, magari, l’ho giudicata per come è diventato Presidente della Sampdoria e, forse, ho sbagliato anche io, visto che più volte sono stato criticato. Non ho alcun particolare desiderio che si possa pensare che io non l’abbia apprezzata come Nostro Presidente. Perché Lei sa che non è così.
Resta il fatto che non si possa dire che io l’abbia amato, Presidente, ma che comunque io Le sia grato. Di conseguenza, La saluto un’ultima volta con affetto, e La ringrazio per questi undici anni. Dante diceva: “Nessun maggior dolore, che ricordarsi del tempo felice, nella miseria”.
Arrivederci, Presidente.
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