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Editoriale Australian Open – Verrà un giorno
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11 anni agoon
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RedazioneBreve ragionamento su chi verrà, un giorno. È da poco iniziato l’Australian open junior, lo Slam dedicato agli under 18 di tutto il mondo, capaci di guadagnarsi la qualifica. L’Italia si fa notare con una presenza massiccia di giocatori, addirittura nove, nel tabellone principale: cinque ragazzi e quattro ragazze. Al di là del risultato sportivo è importante, per un ragazzo che la lex fori considera minorenne (grazie a Dio non minorato…), assimilare quanto più possibile da circostanze simili: viaggiare, esplorare nuovi posti e misurarsi con nuove culture sono chance unica per bruciare le tappe della crescita. Questi nove ragazzi hanno una grande fortuna nel partecipare, anche solo per un’ora, a uno Slam di tennis: è un’esperienza molto performante perché sul tuo cammino, finalmente, ci sono giocatori stranieri, provenienti da scuole tennis straniere. Volendo fare una rosea previsione, di questi nove giocatori soltanto uno o due giocherà ad alto livello; gli altri faranno i dilettanti di professione.
La via per approdare nei tornei ATP 250 è quella dei Futeres e Challengers, un pantano che rischia di bloccare per anni e compromettere la carriera di chi non è sufficientemente attrezzato. Intanto il tempo scorre e sei sorpassato da altri giocatori, più giovani e meritevoli di te. In questa edizione dell’Australian Open si son fatti notare due aussi di origine greca: Thanasi Kokkinakis, diciassette anni, e Nick Kyrgios (diciottenne n. 1 della classifica juniores). Di loro stupisce la capacità al servizio in virtù della struttura fisica, in ogni match raccolgono minimo una quindicina di aces, e personalità nell’affrontare l’avversario; sono pronti per il grande salto, e il merito va alla loro federazione, scaltra nel concedergli le wild card. Se la FIT fosse un organismo funzionante concederebbe questa chance ai nostri italiani, i quali non potranno mai misurarsi in uno Slamo nostrano ma almeno avranno la ribalta degli Internazionali di Roma!
La più grande speranza del tennis di noi altri è riposta in Gianluigi Quinzi, cittadellese strappato dalle nostre coste da quel demonio di Nick Bollettieri. Rispetto ai due australiani menzionati, ha messo in bacheca un Wimbledon junior ma tecnicamente non ha ancora un servizio efficace e deve migliorare sensibilmente nel dritto; tuttavia, stacca di tanti punti i colleghi nazionali. Sotto gli occhi del ct Corrado Barazzutti e Sebastian Nadal (padre di Rafael), Filippo Baldi è uscito subito per mano dello spagnolo Jaume Munar Clar (7-6, 7-6) mentre il messinese Mirko Cutuli – di due anni più giovane – si è preso un sonoro cappotto dal giapponese Nakagawa (6-1, 6-0). La strada che porta a essere un giocatore d’alta classifica va lastricata con tantissimi sacrifici e pochissime persone che curino gli interessi di chi verrà, un giorno.
Alessandro Legnazzi
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