Pagelle Juventus
Editoriale Besana – Pazza Inter? No, semplicemente scarsa
Published
12 anni agoon
By
RedazionePsicodramma Inter. Va 3-1 sullAtalanta, incassa un rigore che solo il visionario Gervasoni riscontra, perde la bussola e in un amen finisce sotto: 3-4, tripletta di Denis con il contributo determinante dellex interista Livaja, beffa nella beffa. Livaja era stato sacrificato, come noto, nella trattativa di gennaio per portare a Milano il separato in casa – sintende casa nerazzurra atalantina – Levriero (?) Schelotto, niente meno.
Ha ragione Stramaccioni, quando individua la svolta del match nel calcio di rigore assurdo inventato di sana pianta da Gervasoni o chi per lui: non è escluso che a indurre il fischietto mantovano sia stato un suo assistente, probabilmente il giudice di linea, il più vicino allazione. Chissà cosa avranno visto, Gervasoni e i suoi pari, di così irregolare nellarea interista. Del mani di Samuel, ammesso ci sia stato, non sera accorto nessuno, tantè che, mentre Handanovic si apprestava a rimettere in gioco il pallone dal fondo, gli atalantini a loro volta si affrettavano a riprendere posizione a centrocampo. Misterioso lintervento di Gervasoni, per tutti sorprendente la sua decisione.
Ha dunque ragione Strama di lamentarsi per la palese ingiustizia. Ha però torto, il tecnico dellInter, quando spiega lumiliante Caporetto dei suoi con questo pur pesante episodio avverso. Dopo la trasformazione del rigore da parte di Denis, lInter conduceva comunque per 3-2, certo sera assottigliato il margine di sicurezza, ma il vantaggio residuo avrebbe dovuto in ogni caso consentire a Zanetti e compagni di portare a casa il risultato.
Invece è arrivata la clamorosa rimonta di unAtalanta che per tutto il primo tempo non aveva mai messo fuori la testa dal guscio, solo preoccupata di limitare i danni nei confronti di unInter depressa dallinfortunio di Cassano, lanciata dal primo sospiratissimo gol in nerazzurro di Rocchi (centesimo in serie A), tutto sommato non peggio di precedenti edizioni casalinghe propinate ai fedelissimi bauscia. Insomma, avevamo visto di peggio – molto peggio – in altre, anche recenti, esibizioni (si pensi al Bologna, ad esempio).
Sicché le scandalizzate dichiarazioni di Strama, la sua fiera denuncia di malafede arbitrale – esternazioni cui purtroppo si è associato il presidente Moratti – tendono a mettere in secondo piano, o neppure ad analizzare, quanto di davvero allarmante è emerso nel tonfo repentino di domenica sera: il dato su cui riflettere è la fragilità nervosa di una squadra che di fronte a una evidente ingiustizia patita non è in grado di reagire, si squaglia anziché far fronte comune, incredibilmente getta la spugna.
Psicodramma, appunto. Oltre che, sintende, mediocrità tecnica e insipienza tattica. E qui centra anche lallenatore. La stessa indecorosa gazzarra finale, accesa dallo scontro fisico tra ex compagni di merende tra cui evidentemente non corre buon sangue (Schelotto e Raimondi), testimonia uno stato danimo nevrile, incerto, di sicuro non da grande squadra. Con simili premesse (o conclusioni, fate voi), come si fa a pretendere seriamente di lottare per un posto in Champions? Nella domenica in cui il Milan butta via la vittoria a Firenze, tu non trovi di meglio che suicidarti ingloriosamente con lAtalanta. Ok, ok: la spintarella di Gervasoni è stata vergognosa, però il resto, caro Strama, lavete fatto voi. Pazza Inter? No, piuttosto nevrotica Inter, Inter scarsa.
You may like
Dal Newton Heath al Manchester Utd: quando i Red Devils non erano diavoli e neppure rossi
Quella volta che… Sylvester Stallone parò un rigore alla Germania
FOTO – Il Bayern vince ancora, ma a festeggiare non c’è proprio nessuno…
VIDEO – Ricordate Diego Forlan? Gioca e segna ancora, ma nella Serie B giapponese!
18 gennaio 1953, quella volta che Amadei al 90′ fece esplodere il Vomero e piangere la ‘Signora’
Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”