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Editoriale – Calcio italiano in caduta libera, ecco come risollevarsi, in stile Bundes…
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12 anni agoon
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RedazioneAnche questanno non ci saranno italiane nelle semifinali di Champions League, lultima volta che una nostra squadra è arrivata sino a quel punto è stata lInter di Josè Mourinho nel 2010. Da quel momento la flessione del nostro calcio in Europa si è accentuata di più, ora siamo del tutto incapaci di imporre la nostra filosofia, il nostro modello di gioco che per anni ha sbancato (nel 2003 tre delle quattro squadre che si contendevano la finale di Manchester erano italiane).
In questa edizione della coppa più prestigiosa dEuropa le semifinali saranno costituite dai blocchi che interpretano il miglior calcio, Spagna (con le solite Barcellona e Real Madrid) e Germania (con Bayern Monaco e Borussia Dortmund). Gli iberici avanzano con le due corazzate favorite dallazionariato popolare e dalla rosa di campioni, i tedeschi invece procedono con la forza della programmazione. Il Borussia Dortmund ha dovuto gestire una crisi interna – a partire dai primi anni del nuovo millennio – ben più profonda di quella attraversata dalla Juventus nel triennio 2006-2009, il Bayern Monaco ha sempre navigato in acque felici sempre per merito dellazionariato popolare (185mila soci iscritti).
A cosa è dovuta questa enorme crescita del modello tedesco? Spostiamo i ricordi in due date, 1990 e 2006 ossia gli anni dei Mondiali a casa nostra e a casa loro. LItalia è stata incapace di gestire questo evento perché il denaro che ci è stato destinato dalla Fifa è stato in buona parte spartito in mala fede tra gli organizzatori (ricordo lallagamento degli spogliatoi del Ferraris di Genova); in Germania invece Franz Beckenbauer si è assunto la responsabilità della rinascita del calcio e tutto è proceduto a meraviglia. Quello del 2006 viene ricordato come il Mondiale meglio organizzato di sempre e con gli stadi – di proprietà – sempre affollati. Difficile imitarli? Difficile promulgare una legge che favorisca lammodernamento dei nostri impianti sportivi, che incentivi al cambiamento? Apparentemente si, perciò se dalle istituzioni non arrivano segnali sono le società le prime a doversi attivare.
Lunica che ci è riuscita è la Juventus di Andrea Agnelli, hanno costruito una stadio (piccolo) ma tutto loro e non è un caso se al momento in Italia hanno pochi rivali. Ci sarebbe riuscito il Cagliari con Is Arenas ma quel gioiellino verrà smontato e i sardi torneranno nel fatiscente Nereo Rocco a chiudere la stagione; la Sampdoria di Garrone jr ha in cantiere un bel progetto di stadio che si affaccia sul mare in zona Foce ma la giunta del comune di Genova non è intelligente come quella di Udine, la quale ha concesso per novantanove anni il diritto di superficie allUdinese dello Stadio Friuli.
Lunica via per superare la crisi del nostro calcio è riammodernare gli impianti di vecchia generazione, solo così gli abbonamenti cresceranno in modo proporzionale agli introiti e le nostre squadre torneranno ad alzare la coppa dalle grandi orecchie.
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