Pagelle Juventus
Editoriale Champions League – L’ordinamento giuridico perfetto
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11 anni agoon
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RedazioneDietro una semplice partita di calcio, al di là delle dichiarazioni di fuoco che possono accompagnare la vigilia di uno spareggio come Galatasaray-Juventus, esiste una superiore ragione giuridica che muove molteplici interessi. Dalle televisioni e i loro diritti ultramilionari ai tifosi in trasferta, dallo stress psichico fino a quello muscolare. Difficile stilare una gerarchia di interessi, difficile dire se prima venga l’incolumità, lo spettacolo o gli interessi del club. Stavolta proviamo ad astrarci dall’analisi tecnico-tattica della partita – anche perché si è giocato per una mezz’oretta e la palla gol l’ha avuta solo Llorente – e cerchiamo di spiegare, in punta di diritto, come e perché si è giunti al rinvio (di circa sedici ore) della partita della Türk Telekom Arena. Dopo un’abbondante nevicata l’arbitro Proença convoca i capitani delle squadre a centrocampo per comunicare l’impossibilità di proseguire il match sopravvenuta per eventi naturali.
Nevica. Anzi grandina. O meglio precipita il graupel, una neve asciutta, dalla strana forma sferica che pare quasi polistirolo avendo assorbito gli agenti inquinanti dell’aria. Quando sbatte sui giocatori non fa male ma crea uno strato che azzera l’attrito e rende più scorrevole la navigazione della palla col conseguente rischio di interventi duri: l’arbitro blocca la gara perché deve fare da garante dell’incolumità dei giocatori, è un potere unilaterale che gli viene riconosciuto dalla Uefa. Una volta che si constata la prosecuzione dell’impossibilità, sorge il problema della data del recupero. E qui il caso Galatasaray-Juventus farà giurisprudenza. Regolamento Uefa alla mano, il paragrafo 11.04 dice: “Se l’arbitro decide di abbandonare il match già iniziato, il tempo rimanente deve essere giocato o il giorno successivo o in una data decisa dal Consiglio sentiti i club. Tale decisione deve essere presa entro due ore dall’abbandono della gara; nel caso di attrito fra i club, l’amministrazione deciderà in maniera insindacabile la data”.
In aggiunta il regolamento precisa: se la sospensione giunge dopo che sono trascorsi più di trenta minuti di gioco, la gara deve essere posticipata di una settimana. La Juventus non può aspettare tutto questo tempo perché avrà l’impegno di Coppa Italia (che già ha fatto discutere) con l’Avellino: come se non bastasse, mercoledì si devono sistemare tre italiane nel palinsesto. Così, dopo tanti ripensamenti, si arriva alla decisione dell’anticipo alle 14 ore italiana, come indica il paragrafo 12.02: “Come regola i play-off, le gare della fase eliminatoria, gli ottavi di finale, i quarti e le semifinali e finale devono essere giocati alle ore 20:45 CET ma l’Uefa può eccepire in alcune circostanze”. Tutto regolare e secondo procedura. Spesso ci si chiede perché in Serie A non vi sia certezza d’indirizzo: la Champions League funziona ottimamente perché ha un regolamento snello con regole organiche che fissano minuziosamente ogni tassello del fantastico mosaico del calcio. Regole che non tollerano giochi di potere.
Alessandro Legnazzi
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