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Editoriale Champions- Messi in castigo: il Barça fa acqua da tutte le parti.
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12 anni agoon
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RedazioneSarebbe troppo scontato chiedersi, questa sera, se ci si trovi di fronte o meno alla fine di un ciclo, durato quasi 5 anni, che ha incantato l’Europa. La risposta non è però altrettanto banale, e passa dal valore degli aversari. Sì, perchè in pochi anni un campionato da sempre considerato periferico nello scacchiere calcisitico europeo, ha saputo trascinare le proprie squadre alla prima finale tutta tedesca; e il merito di questo successo passa, oltre che dai valori tecnici, anche dalla politica, capace di incentivare la costruzione di nuovi stadi, e dall’economia, disposta a finanziare progetti sportivi seri. Che tutta l’Europa possa imparare questa lezione, a partire dalla nostra Italia, ormai periferia del calcio che conta.
Calcio che conta che però, stasera, ha perso un’altra protagonista assoluta: è il Barcellona di Tito Villanova che, nell’anno uno dell’era P.G. (post Guardiola) si scopre molto più umano di quanto ci si potesse aspettare, evidenziando tutti i difetti solo abbozzati negli ultimi anni. Sì, perchè gli extraterrestri scoprono una volta di più che il pilota della loro navicella può essere solo un certo Leo Messi, l’unico capace di ingranare la marcia giusta dalla tre/quarti campo in su, l’unico in grado di dare profondità ad una manovra altriementi sterile basata su un tichi taca che, ormai, finisce per risultare prevedibile, oltre che noisoso. E allora bisogna chiedersi quale sia il peso effettivo di Leo Messi su questa squadra che, negli ultimi quattro anni, non aveva mai fatto a meno del proprio gioiello. Sono bastate le due partite contro il Bayern per capirlo: all’andata, un Messi ancora inforunato non ha inciso, affondando insieme alla propria Barça nel disastro dell’Allianz Arena. Al ritorno, tra le mura amiche, il quattro volte pallone d’oro non è neanche sceso in campo, osservando malinconico dalla panchina il secondo tempo del film horror che vedeva Jupp Heynckes perfetto regista. Il Barça piega la testa e fa acqua da tutte le parti: una difesa, da sempre punto debole della squadra, ormai allo sbando, un centrocampo lento e previdibile e un attacco sterile e che non fa neanche il solletico ai lunghi del Bayern: il risultato è un k.o. complessivo di 7-0, Robben da matti, tanto per rimanere in tema.
Forse è il caso, per i blaugrana, di interrogarsi circa la crescita del calcio tedesco e la lenta, ma progressiva, decadenza del calcio spagnolo che, a parte le due grandi padrone del torneo, finanziate a colpi di titoli di stato spagnoli, sembra davvero essersi perso ed essere ad un punto di stallo mai visto prima. Ecco perchè il tonfo di Real e Barça dev’essere considerato come il fallimento del calcio spagnolo in toto, umiliato e surclassato da una mentalità giovane, vincente e innovativa che spira dal cuore dell’Europa. Deustchland uber Alles, ancora una volta!
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