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Editoriale derby d’Italia – Juve sazia, Inter senza gioco
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11 anni agoon
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RedazioneIl Derby d’Italia a stelle e strisce ha fornito alcune interessanti indicazioni su Juventus e Inter. Cominciamo dai bianconeri, che hanno perso l’ennesima partita, la terza ai calci di rigore, di un precampionato senza acuti, troppo brutto per essere vero. Eppure è vero, gli uomini di Antonio Conte sono riusciti a vincere una sola volta, ai rigori, contro il Sassuolo, nel Trofeo Tim a Reggio Emilia.
Certo, i verdetti agostani non sono il massimo dell’attendibilità, anzi, ma è pur vero che avversari come Everton e Galaxy erano ampiamente alla portata anche di una Juve ancora imballata. Il problema dei bianconeri, infatti, anche contro l’Inter è sembrato più di carattere mentale che fisico. Conte ha parlato di mancanza di fame, di quella feroce cattiveria agonistica, di cui gli ultimi due scudetti di Madama sono in gran parte frutto.
Starà al tecnico salentino, sicuramente in versione sergente di ferro, far ritrovare ai suoi ragazzi l’antico furore, lo spirito battagliero dei giorni migliori. La sfida con l’Inter ha rimarcato, per chi se ne fosse scordato, l’importanza di Mirko Vucinic in questa squadra, in barba agli arrivi di Tevez e Llorente, annunciati da più parti come i titolari inamovibili dell’attacco bianconero. Il montenegrino ha estro, fantasia e inventiva, qualità che fanno sì che le sue giocate risultino imprevedibili, rendendolo agli occhi degli avversari un punto interrogativo indecifrabile. Indecifrabili, per altri motivi però, sono pure Tevez e Llorente, finora non pervenuti e ancora poco integrati negli schemi di Conte.
Per quel che riguarda invece l’Inter, c’è da dire innanzitutto che la vittoria ai rigori sulla Juve non salva capre e cavoli, nè cambia le carte in tavola, anzi cronicizza i soliti aspetti negativi, più volte emersi nel corso del precampionato. A cominciare dal gioco, il vero grande assente in quest’Inter di Mazzarri. La Juve, anche se in difficoltà, comunque cerca sempre di fare la partita e di imporre il proprio gioco, perchè un gioco ce l’ha. Anche quando gioca male, comunque gioca.
L’Inter invece non gioca, nè male nè bene, perchè un gioco il buon Walter ancora non ha saputo infonderglielo. Al netto delle attenuanti generiche, le responsabilità del tecnico di San Vincenzo rimangono ed è stato lui per primo ad assumersele, forse nel tentativo di fare da parafulmine a un gruppo ancora in costruzione. La costruzione però procede a rilento e l’edificio Inter sembra al momento una casupola più che un grattacielo.
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