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Editoriale – Federer grande anche nella sconfitta, ma…
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12 anni agoon
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RedazioneLa grandezza di Roger Federer la possiamo misurare anche dopo una sconfitta come quella subita nella semifinale degli Australian Open 2013 ad opera di Andy Murray.
Dopo aver collezionato il 35° quarto di finale consecutivo in un torneo dello Slam, il campione Svizzero ha ceduto al numero 3 del mondo in 4 set, disputando comunque un grande torneo. Fino ai quarti di finale non aveva perso un set, ma i suoi quasi 32 anni (li compirà ad agosto) si sono poi fatti sentire quando è stato chiamato a giocare due partite consecutive al meglio dei cinque set, sia contro Tsonga che contro Murray.
Lo straordinario talento di Federer gli permette ancora di vincere molte partite con avversari di livello buono e molto buono, in certi casi, ma la sua tenuta fisica nel tornei al meglio dei cinque set, quelli del Grande Slam, sta fisiologicamente diminuendo e di questo non ie ne si può certo fare una colpa. Anzi, è molto raro trovare nel tennis moderno giocatori in grado di produrre un gioco e un rendimento di così alto livello dopo i trentanni.
Federer è sempre stato molto bravo a gestirsi e difficilmente in stagione ha giocato più tornei di quelli che il suo fisico si poteva permettere, anche quando era più giovane di adesso. Ci dobbiamo però arrendere allevidenza e alla carta didentità, nei prossimi mesi per Roger sarà sempre più difficile tenere il passo di Djokovic e Murray, in attesa di sapere se riavremo un campione con il rientro di Rafa Nadal.
Gli appassionati vorrebbero che giocatori come Federer durassero in eterno, ma possiamo anche accontentarci di questo vecchietto terribile che regala molti anni ai suoi avversari (è un classe 1981, Tsonga è del 1985, Djokovic e Murray del 1987, Nadal del 1986, Berdych del 1985 solo per citare i primi della classifica ATP) ma che continua ad arrivare in scioltezza ai quarti di uno torneo come gli Australian Open, come se niente fosse, dando lezioni di tennis a molti giovani rampanti.
Se non è classe questa…
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