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Editoriale Genoa – Auguri, caro vecchio Grifo!
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11 anni agoon
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RedazioneIn certi momenti, che Franco Scoglio definirebbe ad minchiam nella sua locuzione più celebre, il genoano viene preso dalla nostalgia. Non centra il presente, che può essere più o meno roseo, non centrano neppure le attese, che in vista di un campionato appena iniziato e per di più favolosamente ancora in serie A, sono sempre dolci e cariche di sogni (fra poco il derby della Lanterna). È nostalgia e basta: per un campione, per un allenatore, anche solo per una partita, per un gol. Questa volta la nostalgia lha innescata la storia del Genoa, che questoggi compie 120 anni, e permette al vecchio Grifo di entrare nel club dei pionieri del calcio. In ottima compagnia, da qui si toccano tutte le coordinate geografiche del mondo. Il Genoa ha portato il football sulla nostra penisola grazie a uno scouter inglese piuttosto avventuroso, inizialmente giocava le gare casalinghe con la camicia bianca da trasferta per senso di ospitalità e rendeva omaggio ai vinti al triplice fischio.
I tempi sono cambiati ma torniamo a farci pervadere da quella nostalgia lunga più dun secolo, lunga nove scudetti e una Coppa Italia. Come dimenticare Gianluca Signorini, il campione a cui serve pensare quando si cerca la rotta, lo spirito, la forza genoana. Vengono in mente le sue braccia al cielo di Liverpool, o quando tornò in campo, a lapide chiusa su una retrocessione già sentenziata, sbucando dagli spogliatoi per urlare che era ancora possibile. Poi i suoi occhi, quellultima volta in mezzo al Ferraris che piangeva, senza vergognarsi di farlo, per la sofferenza di uomo mostrata dove aveva mostrato la sua forza di campione che ora viveva solo con gli occhi di chi capiva e ricordava, ma di più non poteva fare, immobilizzato da quella terribile malattia. Come scordarsi il viso truce di Claudio Onofri e le corse instancabili di Marco Rossi, punti di riferimento di periodi diversi, capitani entrati nel Gotha nel medesimo modo: amando la maglia, esibendola con lealtà dai campi di provincia fino alle cattedrali.
Ma se ghe pensu ma se ci penso, dice una famosa canzone genovese. Lavete capito: la nostalgia giunge quando la voglia di vedere giocare la propria squadra supera tutto il resto, le polemiche, le ritirate, i valzer del presidente, le magliette strappate, le chiacchiere sul calcio scommesse, le inchieste Allora si sogna la prima squadra a vincere il tricolore da imbattuta, la prima a ingaggiare un allenatore e da lì chiamarlo mister, la prima a sbarcare in Sudamerica si fa notte. La prima a nascere, lultima a morire.
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