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Editoriale Genoa – I tre Re Magi
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11 anni agoon
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RedazioneEpifania genoana. Rivelazione rossoblù. Rivelazione nel giorno della festa liturgica cristiana. Motivo? Il vecchio Grifo scopre alcune potenzialità di Moussa Konatè. Lasciando agli intenditori del dialetto ligure la traduzione del nome, il ghanese ha guadagnato l’ovazione del Ferraris dopo la convincente prestazione col Sassuolo. Cosa rara per i desaparecidos che ultimamente hanno bazzicato da queste parti. Konatè ha il fisico color ebano come tutti i giocatori che vengono da quella terra così lontana, le gambe potenti come un libero anni ’70 e la disposizione al sacrificio tipica di chi vuole giocarsi tutto per fare jackpot. Giovanissimo, classe ’93, ma non per questo poco esperto della vita e delle sue angustie: Moussa ha già esplorato i porti di mezzo mondo, dall’Israele alla Russia, da Tel Aviv a Krasnodar. Passando per Mbour, città dove è nato, e Accra. Sempre col pallone sotto il braccio e il sorriso sulle labbra.
L’inizio al Genoa è stato terribile: nuova lingua, nuova vita. Nuovo calcio. Ha sempre lavorato duramente, Konatè, Gasperini lo ha scrutato con la coda dell’occhio in allenamento per poi premiarlo in campo. Ora è il ghanese dal fisico color ebano a ripagare il mister perché la sua zona di competenza è sui generis: funge da attaccante esterno davanti all’ala destra, si allarga per poi rientrare con un dribbling lungo la linea di fondo. I difensori del Sassuolo li saltava come birilli: peccato si sia emozionato sul più bello, sotto la Gradinata, davanti a Pegolo. Non sarà nata una stella ma il talento ce l’ha. Deve raffinarlo sotto il profilo della concretezza ma sentendo la fiducia di Gasperini può fare cose importanti. Dopo l’ennesima corsa a perdifiato per recuperare un pallone lontano, esce dal campo scortato da un corollario di scosci d’applauso: non necessitano di traduzione. Sono internazionali.
Se Konatè è la rivelazione, la certezza è Gilardino. Quel che sorprende di lui è, più della quantità industriale di gol (167 in 432 gare, a una sola distanza c’è Beppe Savoldi), la tenacia che mette in campo: sembra un ragazzino che ha debuttato ieri, invece fra poco festeggerà le quattordici primavere fra i grandi. E’ un leader naturale di questo gruppo che sa imporsi senza alzare la voce ma col dolce suono del violino. E Antonelli? Figlio di “Dustin”, idolo della Nord, con le valigie in mano per raggiungere il Napoli: all’ultimo si blocca il trasferimento, resta in rossoblù e sfodera una delle migliori prestazioni di sempre. Konatè, Gilardino e Antonelli. I Re Magi chiave della 500a vittoria in Serie A del Genoa la quale allontana del tutto quella brutta parola che almeno per quest’anno non farà venire gli incubi. Il Grifone queste sfide se le porta tutte via. Come l’Epifania.
Alessandro Legnazzi
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