Editoriale Genoa – Si salva solo l’esultanza di Palacio

In un mondo del pallone che vede le carriere dei giocatori costellate da mille maglie, incontrarne uno che non esulta per rispetto è estremamente raro. Sia chiaro, non si vuole costringere nessuno a non festeggiare altrimenti – per il motivo detto sopra – assisteremmo a una riedizione dei cinema muti di Chaplin. Palacio è un ex genoano con la faccia da bravo ragazzo, non fosse per quella treccia che gli pende dalla nuca; ha segnato il 2-0 alla squadra che lo ha lanciato nell’aristocrazia del calcio e, con un balzello garbato, ha celebrato questo momento col compagno di squadra. Grande uomo prima del grande calciatore.

Tatticamente il debutto del vecchio Grifo è stato da sbadigli con un primo tempo totalmente passato nella propria metà campo con la preoccupazione di chiudere qualsiasi spazio alle mezz’ale di Mazzarri. L’esordiente Liverani ha imbrigliato per settanta buoni minuti il centrocampo dell’Inter seminando anche il dubbio di un’impresa impossibile viste le buone ripartenze con l’avversario in fase di ripiego; poi quando i nerazzurri sono passati alle due punte è venuta fuori la differenza qualitativa. Icardi ha fatto da spalla a Palacio aprendo più spazi ad Alvarez e così il Genoa ha perso il bandolo della matassa ed è andato in tilt.

Chi si nasconde dietro alla deviazione (influente) di Antonelli, che ha portato al vantaggio dei padroni di casa, vuole mimetizzare il problema più serio, quello dei zero tiri in porta: Gilardino perde d’utilità, e diventa forse nocivo, quando viene dato in pasto ai difensori avversari senza fornirgli un pallone nell’arco del match; Bertolacci è fuori ruolo se agisce da punta esterna, è semplicemente un centrocampista d’inserimento che al massimo si adatta sulla trequarti. Siamo solo alla prima giornata quindi non c’è bisogno di alzare polveroni o aprire armadi contenenti scheletri, si lasci lavorare in pace Liverani e le sue idee porteranno a risultati soddisfacenti.