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Editoriale Giro, 20a tappa – Sulle tre Cime vince lo sport sano
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12 anni agoon
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RedazioneDopo la badilata di fango tirata da Danilo Di Luca arriva la conferma che il ciclismo dei giorni nostri è diverso da quello vissuto dallormai ex corridore della Vini Fantini: la neve, il vento gelido e la temperatura sotto lo zero (siamo a fine maggio ) non sferzano la passione dei tifosi accorsi numerosi al traguardo di Auronzo di Cadore. Un grande complimento a tutti loro perché si sono dimostrati veri sportivi, un applauso ancora più grande ai corridori di un ciclismo – finalmente – sano.
Le nuove generazioni devono trovare ispirazione dalle mosse di un campione pulito, evviva Iddio, come Vincenzo Nibali: ne siamo sicuri, vogliamo credere nella bravura di tutti ma dopo essere stati scottati dal fuoco si ha paura anche dellacqua tiepida. Di Nibali non abbiamo paura visto il cuore che ci ha messo per vincere, nel tripudio generale, la tappa più dura di tutto il Giro dItalia: ai meno tre km saluta tutti e si invola in solitaria sulla cima Coppi. Tifosi in visibilio per lo squalo siciliano, alza le mani al cielo nevoso e festeggia come se fosse domani. Di fatto la vittoria finale è sua, Brescia funzionerà solo da passerella per il corridore dellAstana.
Sarà invece di diversa interpretazione per Rigoberto Uran e Cadel Evans dal momento che il colombiano ha scavalcato laustraliano in classifica generale: nellultimo atto di domani si lotterà solo per il secondo gradino del podio ma attenzione anche a Michele Scarponi. Molto interessante sarà scoprire chi la spunterà fra Carlos Betancur e Rafal Majka nella lotta per la maglia bianca.
Chi ama lo sport si sarà esaltato a vedere le immagini dei corridori sotto la neve giungere al traguardo con le mani e la mascella congelata. Questo è lo sport, quello sano e non saranno delle tracce di EPO a farci cambiare idea.
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