Pagelle Juventus
Editoriale Il Milan ai suoi figli, lInter a chiunque
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12 anni agoon
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RedazioneCome in politica, anche nel calcio Silvio Berlusconi ha sempre pensato di saperne più degli altri. Storiche sono le schermaglie tattiche che negli anni ha avuto con i suoi tecnici, i meno graditi a dire la verità.
Tutti parlano del Milan di Sacchi, del Milan di Capello nessuno del Milan di Berlusconi, ho scelto io quelle persone, e dettato io la rotta sono parole sue, a ricordare che il Milan degli ultimi 25 anni, quello delle cinque Coppa dei Campioni/Champions League vinte e diventato il club più titolato al mondo, lha pensato, pagato e creato lui.
Nei giorni in cui la curva milanista, la stessa che aveva fischiato Paolo Maldini al suo addio, prende posizione (negativa) sulla scelta del futuro allenatore fatta dal presidente (Clarence Seedorf), sono tornate alla memoria alcune delle decisioni di Berlusconi che hanno fatto la storia recente del Milan. Arrigo Sacchi ingaggiato, sconosciuto, dal piccolo Parma, Fabio Capello scelto come suo successore dopo una carriera dietro una scrivania e senza esperienza di panchine di Serie A, Zvonimir Boban trequartista imposto a Zaccheroni, fino al dictat presidenziale il Milan ai milanisti.
Proprio questultimo input dato da Berlusconi al suo staff dirigenziale ha creato un senso di appartenenza e una continuità tecnica nella filosofia di gioco, fatta di possesso, qualità tecnica e iniziativa, che ha pochi eguali nel panorama internazionale. E questa forse la differenza tra il Milan di Berlusconi e lInter di Moratti: il Milan è sono per i suoi figli, con poche eccezioni, lInter è per chiunque, senza nessun requisito particolare.
Un senso di appartenenza e legame, con la città in questo caso, sta cercando di crearlo Aurelio De Laurentiis a Napoli, quando dice di cercare un allenatore che sposi la napoletanità, non solo la squadra.
Berlusconi crede molto anche nel feeling personale, quello che con Seedorf cè sicuramente. Allora attenzione, perché quando il patron del Milan si sbilancia così tanto sulla scelta di una persona per un ruolo chiave nel suo Milan, difficilmente sbaglia.
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