Pagelle Juventus
Editoriale Inter – Mazzarri e il principio dellequilibrio
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11 anni agoon
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RedazioneIl significato dellormai famigerata poiché sulla bocca di tutti – cura Mazzarri, al di là di vuoti slogan mediatici e di etichette modaiole sempre più ricorrenti nel giornalismo sportivo, è misurabile nella distanza tra i termini equilibrio ed equilibrismo. LInter della passata stagione nella gestione stramaccioniana era una squadra equilibrista senza equilibrio. Club allo sbaraglio, assenza di programmaticità, cecità di progettualità allo stato puro. Inter allo sbando perché nessuno, Motratti in primis (questo lerrore genetico), si è saputo prendere la responsabilità di avere una visione. Andrea Stramaccioni, lequilibrista sul baratro, lultimo anello di una catena sbagliata, smagliata. Lalibi espiatorio prima dello schianto.
Mazzarri, nellultimo barbaglio di saggezza morattiana, è stato scelto proprio per questo. Per riaccendere la luce. Per restituire una visione, con la consapevolezza che per ricostruire, prima di avere mani per lavorare occorre avere occhi per vedere. Macerie tante, ma altrettanta fiducia. E lavoro. Con Mazzarri si lavora per un fine, per un obiettivo: recuperare prima di tutto lidentità frantumata di una squadra. Niente perciò gira più a vuoto, nessuno brancola più nel buio perché laggiù in fondo cè una luce.
Uomini, idee e lavoro, ecco in estrema sintesi il concentrato della cura Mazzarri, il presupposto del suo principio di equilibrio. Un modulo, unidea di gioco, un fronte comune nel quale calarsi insieme tutti nessuno escluso per essere una squadra. Non diecimila pensieri, una cosa sola e fatta bene. Certo, percorso di rifondazione più facile da dire che da mettere in pratica, quotidianamente, sul campo. Stati Uniti amari nella pre-season, debolezze e correttivi. Problemi e soluzioni fino allassetto che garantisse il famoso equilibrio. Linea difensiva a tre, centrocampo con due esterni di gran movimento e due punte. Si tratta di capire se dalla Regina allInter la struttura può ancora avere un senso. Questo significa che per credere in quel senso, per andare in quella direzione, occorre essere mentalmente riprogrammati e concentrati su quellobiettivo. Lequilibrio mazzarriano è principalmente un equilibrio mentale. Una sintonia ovvero un sentire comune con i suoi giocatori.
Genoa e Catania hanno dimostrato che la struttura ha ancora un senso. Però lInter prima di tornare ad essere quella cattedrale del calcio che è stata nel recente passato deve tornare a ripensarsi come umile costruzione. Si riparte dalle fondamenta e non si è più ingegneri, geometri o architetti, ma semplici muratori. Operai di unidea. Un mercato in equilibrio tra la vecchia proprietà uscente e una nuova società in procinto di acquisizione non ha regalato fenomeni ma giocatori utili alla causa. Perciò gli emblemi della nuova Inter sono Campagnaro e Taider per una squadra innanzitutto robusta fisicamente e competitiva atleticamente. Per giocare bisogna correre, questa è la prima regola. Per giocare bene bisogna che ci sia equilibrio tra i reparti. Ovvero compattezza delle linee e dialogo. Disciplina orizzontale e propensione verticale.
E allora subito il grande test dopo la sosta per le nazionali. La stra-Juventus di Conte damblée alla 3° giornata di campionato (regali stramaccioniani si dirà), il derby dItalia per mettere alla prova questa inedita solidità nerazzurra. Un colpo di maglio violentissimo che si abbatte contro un costrutto ancora indefinito ricostruito mattone dopo mattone. O crolla oppure si consolida. Dopo 90 min. di gioco più recupero lInter ne è uscita consolidata ed è una compagine che al netto della differente gestione delle risorse fisiche (non dimentichiamo i 180 minuti nelle gambe di 8/11 della Juve) ha retto il confronto con la prima della classe. Conte e Mazzarri, personalità analoghe, caratteri simili e opposti. Specularità nel pensiero e nel gioco. Il 3-5-2 rimpallato, la fede nella volontà, la voglia di vincere e primeggiare. Tutto un equilibrio di razionalità e istinti.
Ci sono equilibri da preservare e equilibri da rompere. LInter di Mazzarri necessita ancora, forse, di quel giocatore che a un certo punto possa spezzare gli equilibri, spaccare a metà la partita. Un tempo si pensava a Guarin. Ora è Alvarez, sul prototipo Hamsik, post-rigenerazione. Il toscano di San Vincenzo a un certo punto ha pensato bene che fosse giunto il momento di oltrepassare lo stallo dello 0-0 inserendo unaltra punta: Icardi. E Maurito che quando vede bianconero non perdona, ha esultato ancora. Rotto lequilibrio ci ha pensato però una Juve sempre coraggiosa, sempre attenta, sempre sul pezzo, a ritrovarlo. È lInter che anzi subendo il contraccolpo incomincia un po a temere il ruggito della zebra. Si ricompatta dunque anche quando lequilibrio psicologico sembra andare in pezzi. Ridisegna gli assetti, riunisce le linee, riordina forze e idee con lingresso di Kovacic. Cè ancora lucidità mentale necessaria per mantenere lequilibrio fino alla fine.
Non chiamatela pazza Inter. Non lo è più.
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