Pagelle Juventus
Editoriale Inter – Stramaccioni tra compleanni e riconferme
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12 anni agoon
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RedazioneMentre Andrea Stramaccioni sta ancora soffiando sulla sua prima candelina dopo l’anno trascorso ad allenare l’Inter, Moratti si accinge a impacchettargli un bel regalo di compleanno, da presentare e eventualmente scartare a fine stagione però, magari quando alla fine di tutti i conti di stagione, sotto la riga tracciata delle somme anche il presidentissimo potrebbe ritrovarsi il suo dono più goloso: la Champions League. Beh… i preliminari.
Discorsi belli e sontuose suggestioni ma Andrea romano de Roma è giovane sì, ma concreto, idealista magari ma non così ingenuamente sognatore e stralunato da non pensare ad andare avanti passo dopo passo, con la concretezza e, soprattutto, la consapevolezza degli umili. La stessa consapevolezza che lo rende edotto sul fatto che Moratti riconfermandolo non gli sta facendo propriamente un regalo, ma sta cercando di fare quadrato con i mezzi (e gli uomini) che ha a disposizione. E’ anche per questo che Stramaccioni si àncora a un pragmatismo che impone la regola del “fare di necessità virtù” e di continuare, anche lui, step by step monitorando quotidianamente le condizioni di salute della sua squadra. Stramaccioni non vola pindaricamente, non può permetterselo (ma nessun allenatore in realtà lo può, se vuol rimanere tale, soprattutto in un’epoca che impone la misura millimetrica dei movimenti societari), quindi va avanti con ciò che ha a disposizione, proprio come Moratti.
In casa nerazzurra si sta provando a rilanciare un progetto per la prossima stagione. Primo perché essere competitivi dalle parti di Corso Vittorio Emanuele suona come imperativo deontologico. Secondo perché vincere fa guadagnare soldi, oltre che immagine. Oltre alla girandola di nomi di mercato riguardanti giocatori acqusitati e da acquistare (praticamente sembra che sullo scacchiere europeo si stia muovendo solo l’Inter), c’è stato anche un bel giro di giostra nel luna park degli allenatori. Solamente che tra il ridere e lo scherzare, tra una telefonata definitiva di rifiuto, o almeno così sembra (Blanc), tra un tecnico che “a volte ritorna”, ma non all’Inter (Mourinho), un altro che sembrava pronto per il colpaccio e invece ha tirato il pacco “bulgaro” anzi rumeno, rimanendo rigidamente saldato alla panchina dello Shakhtar (Lucescu), e un altro ancora, in balia delle tamurriate napulitane di De Laurentiis e soci (Mazzarri), tutti gli uomini del presidente, lui compreso, si son ritrovati con un pugno di mosche in mano.
Allora perché non continuare e, eventualmente, ripartire proprio con Stramaccioni?… Che non avrà fatto sfracelli tra la tifoseria meneghina sponda nerazzurra dal suo arrivo a Milano, e che è ancora lì a costruire e ricostruire un’identità di squadra, perso nei suoi ragionamenti tra moduli camaleontici, a seconda dell’avversario, e soluzioni orgogliosamente autarchiche, il 4-3-1-2 obbligato, ma che ha dimostrato anche grandi qualità carismatiche nelle partite che contavano (i derby, la Juventus, il Tottenham…), e sicuramente più esperienza e maturità, anzi un condensato di esperienza e maturità anche a un solo anno di distanza.
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