Pagelle Juventus
Editoriale – Juve bocciata alla maturità
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11 anni agoon
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Redazione“Mister basta, tu così ci ammazzi“. Pare che abbia detto così – ridendo – Bonucci a Conte in settimana. Che il tecnico bianconero avesse annusato il pericolo? Già, perché la superficialità con la quale la sua squadra ha concesso al Verona di recuperare dal doppio svantaggio è un film già visto. Il copione è quello di Firenze o quello visto nella doppia sfida di Galasaray, o ancora in terra danese, è sostanzialmente un film già visto: quando questa squadra cala d’intensità diventa “normale”. Quando viene meno l’attenzione, ma anche quando perde alcune pedine fondamentali: senza Barzagli e Chiellini, è indubbio che la difesa bianconera valga la metà (o forse meno).
Il gol di Gomez è la fotografia di una squadra che non molla mai, ma anche di una che ha mollato troppo presto. Era già successo contro l’Inter, quando la rete di Rolando aveva mandato in apnea una Juve che, fino a quel momento, aveva piallato i nerazzurri. Ancor peggio era andata a Firenze: quando i bianconeri si specchiano, rischiano. Un po’ quello che è successo a Verona.
Ma torniamo al gol di Gomez: manca un minuto alla fine della partita, c’è una punizione a favore dei gialloblù e nessuno va sul pallone per perdere tempo e far risistemare la difesa. Un’astuzia che ti insegnano alla scuola calcio. Dopodichè, il Verona batte velocemente e l’intera difesa bianconera si fa uccellare dall’attaccante di Mandorlini (non certo un colosso) che scappa alle spalle di Ogbonna (quasi 20cm più alto), anticipa Bonucci fuori posizione e batte Buffon uscito a vuoto.
Se lo conosciamo un minimo, Conte farà vedere ai suoi queste immagini fino allo sfinimento. E chissà che Bonucci non ripensi al suo umorismo di settimana scorsa nel rivedersi mentre bruca l’erba a centro area nell’ultimo minuto di una gara che avrebbe chiuso definitivamente il campionato e che, invece, l’ha sostanzialmente riaperto. Fanno bene Garcia e la Roma a crederci, perché questa Juve è tecnicamente una grande squadra, ma caratterialmente studia ancora per diventarlo. E ogni tanto non supera l’esame.
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