Pagelle Juventus
Editoriale Juventus – Da non credere
Published
11 anni agoon
By
RedazioneDa non credere. Questa Juventus è da non credere. Gli avversari cadono come tessere di un domino che non ha mai fine. Ottantuno punti conquistati su novanta in palio. Cannibali. Spietati. Assetati di vittorie. Il tetto dei cento punti non è cosa impossibile da raggiungere, anzi, lo si può sfondare alzando l’asticella a un limite iperuranico. Questa Juve ha un taglio di qualità esagerato per la Serie A, pare quasi non divertirsi più: nei secondi tempi va alla ricerca di forti emozioni complicandosi la partita accettando un ballo macabro che la porta a concedere una seconda vita all’avversario. Qualche volta sfruttata (Fiorentina e Hellas Verona), molto spesso rigettata. Il Parma ha avuto coraggio a presentarsi a Torino con una disposizione tattica aggressiva, molto più accentuata rispetto all’ultima gara col Genoa; ha pressato a tutto campo i primi venti e gli ultimi quindici minuti, c’ha creduto con l’eurogol del fu Molinaro, forte delle diciassette partite senza sconfitte. Il caso ha voluto che incrociasse la stessa squadra ultima a batterla, all’andata come al ritorno.
Dallo Stadium si è avuto l’impressione che i bianconeri non abbiano gradito il forcing iniziale degli emiliani, può capitare, specialmente quando la condizione atletica non aiuta a controbattere un delitto di lesae maiestatis purgato a suon di ripartenze. Conte ha detto d’aspettare e poi far male. Lì è salito sugli scudi Carlos Tevez. D’un tratto ha deciso che avrebbe segnato, un po’ come sognano i bambini nel campetto di calcio dietro casa. Da solo contro tutti. Segnare-sognare, due verbi divisi grammaticalmente da una sola vocale ma uniti dal medesimo intento. “Llorente non è in serata?” avrà pensato l’argentino: “Muy bien, faccio io!”. Salto con un dribbling il primo marcatore poi punto il secondo e lo lascio dietro in velocità, fa niente se ho poco angolo: tiro talmente forte che al portiere non reggeranno i polsi! L’istinto che si fonde alla capacità tecnica. Con un accelerazione di trenta metri Tevez ha messo in mostra le sue migliori virtù, difesa della palla e rabbia agonistica superiore.
Con giocatori del genere, Conte, va in guerra contro chiunque. Con la doppietta al Parma, Carlitos diventa capocannoniere del torneo con diciotto centri, uno in più di quel Ciro Immobile a metà strada col Toro ma destinato alla via del ritorno. L’anno scorso il guerriero Vidal, quest’anno l’apache Tevez. Una Juventus di lottatori, che stupisce per la fame di vittorie; “di uomini prima che calciatori” come ama dire il tecnico leccese, che stupisce perché sa toccare le corde giuste dell’animo dello spogliatoio. La sua creatura veleggia in Italia proprio come quella di Trapattoni, e proprio come l’inossidabile “Giuanin” rischia di fare la doppietta campionato-coppa. In Europa si evidenzia una crescita, fra poco ci sarà l’Olimpique Lione, avversario da non sottovalutare come si fece in passato con Nordsjaelland e Copenaghen. E pure i record (da ieri le quindici vittorie consecutive casalinghe), oltrechè gli avversari, cadono come le tessere di quel domino innescato nell’estate di tre anni fa dall’ex capitano bianconero che non tutti convinceva. Da non credere
Alessandro Legnazzi (Twitter: @lusciandru)
You may like
Dal Newton Heath al Manchester Utd: quando i Red Devils non erano diavoli e neppure rossi
Quella volta che… Sylvester Stallone parò un rigore alla Germania
FOTO – Il Bayern vince ancora, ma a festeggiare non c’è proprio nessuno…
VIDEO – Ricordate Diego Forlan? Gioca e segna ancora, ma nella Serie B giapponese!
18 gennaio 1953, quella volta che Amadei al 90′ fece esplodere il Vomero e piangere la ‘Signora’
Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”