Pagelle Juventus
Editoriale Juventus – Dottor Jekyll e signor Hyde
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11 anni agoon
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RedazioneA prescindere dal risultato della Roma contro il Cagliari, la conclusione che si può trarre da queste prime tredici giornate di campionato è la duplice natura della mente juventina. Un po’ come nel famoso caso di dottor Jekyll e signor Hyde nato dalla sapiente penna di Stevenson. Lassista e spaccona prima, concreta e spettacolare poi; il minimo comune denominatore è sempre stato il successo. Da spartiacque ha fatto la cocente sconfitta di Firenze, nata un black-out collettivo negli ultimi quindici minuti di gara. La tripletta di Giuseppe Rossi, paradossalmente, è stato il toccasana che ha affamato la Juventus togliendo quel velo di superbia che vestiva la Signora in estate. Da lì solo segnali positivi iniziati flebili ma percettibili al Bernabeu e progrediti fino a Livorno: quella ottenuta all’Ardenza è la quinta vittoria consecutiva senza subire gol e realizzandone undici. La marcia è tornata stentorea.
Pure il campionato, preso nella sua visione più generale, si sta trasformando: non siamo manco al giro di boa e rileviamo una falla di sei/sette punti che separa la coppia Juve-Roma dal Napoli, mestamente risucchiato nel vortice delle qualificanti alla prossima Champions League. Ci sono ancora tantissime gare da giocare ed è noto che basta una vittoria (o una sconfitta) per dare una sterzata alla stagione: per questo Conte parla di “Altro mattone” messo sul muro e non di costruzione completata. E ci mancherebbe. La Juventus ha tutte le carte in regola per poter conquistare il terzo scudetto consecutivo e, giornata dopo giornata, ci rendiamo conto di alcune erronee riflessioni sul valore di taluni: non sarà un campionato monolitico come quello passato agli archivi, il divertimento è assicurato malgrado la povertà della Serie A. Alcuni parametri zero dei bianconeri sono decisivi entro i confini italiani ma i problemi sorgono appena valicate le Alpi e affrontata la realtà del calcio continentale.
In Champions League la Juventus non è ancora diventata signor Hyde, dovrà sbrigarsi e farlo col Copenaghen perché il tempo stringe. Chi sta convincendo è il signor Llorente e l’intesa con Tevez: in estate vegliava un po’ di perplessità sul basco, forte credito sui colpi di testa ma poco incline al sacrificio, in una squadra basata su tale virtù. Quattro mesi dopo ci lustriamo gli occhi con questo ragazzone dotato di una struttura fisica possente, capace di proteggere le verticalizzazioni e i traversoni; nel mentre l’argentino può prendere posizione ruotandogli attorno. La loro complementarietà è convincente ed è la sola causa dell’abbandono del turn over in attacco: ricordate Conte quando cambiava le punte ogni gara? Ora non lo fa più perché le risposte migliori provengono da questi due centravanti, dunque avanti in questa direzione nella speranza che il signor Hyde non torni più dottor Jekyll.
Alessandro Legnazzi
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