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Editoriale Juventus – Fare la differenza sul mercato per imporsi in Europa
Published
12 anni agoon
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RedazionePartiamo da una premessa: pensare che la Juventus potesse vincere la Champions League era pura utopia. Riflessione non frutto del classico senno di poi, bensì del realismo che dovrebbe permeare chiunque affronti un certo tipo di argomenti. Per carità, nel calcio non sempre vince la squadra più forte, e lo scorso anno il Chelsea ne è stato fulgido esempio proprio in ambito europeo. E però, nella rassegna continentale di quest’anno, tra le squadre qualificatesi agli ottavi, i bianconeri avrebbero potuto giocarsela alla pari, verosimilmente, solo con Galatasaray, Malaga e, forse, Paris Saint Germain. Sia chiaro, nel calcio a risultare decisivo è un concorso di fattori, secondi i quali i bianconeri, volendo, avrebbero anche potuto arrivare in fondo alla Champions League. Ma sono situazioni che capitano parecchio di rado, come l’albo d’oro della competizione in questione insegna..
Perchè diciamo questo? Guardiamo alla rosa della Juventus. Ci sono tanti grandi giocatori, alcuni tra i migliori nel loro ruolo: basti pensare ai vari Buffon, Barzagli, Vidal e Pirlo. Ma di fuoriclasse, neppure l’ombra, a meno che non si consideri tale proprio il regista ex rossonero, apparso negli ultimi tempi comprensibilmente appannato. Andiamo a vedere le squadre che hanno vinto la Champions League negli ultimi 10 anni. Dando un’occhiata alle formazioni scese in campo nel giorno della finale, a parte il Porto di Mourinho, in ognuna di esse si leggono i nomi di calciatori di livello assoluto, capaci di regalare la giocata decisiva per sbloccare la partita, magari quando le cose non andavano a dovere e serviva l’invenzione del singolo o il goal del bomber di razza. Dal Milan 2002/2003 dei vari Inzaghi, Seedorf e Shevchenko, al Barcellona 2004/2005 di Eto’o e Ronaldinho, dal Manchester United 2007/2008 di Cristiano Ronaldo e Rooney, all’Inter 2009/2010 di Eto’o, Sneijder e Milito, senza dimenticare il Barcellona 2010/2011 di Xavi, Iniesta e Messi (giusto per citare i più rappresentativi), il fuoriclasse è sempre stato elemento imprescindibile per ambire a certi trofei. Lo stesso Chelsea dello scorso anno, considerato una sorta di outsider, ha avuto in Drogba un leader assoluto, che si è letteralmente caricato la squadra sulle spalle trascinandola al successo finale.
Ecco, la Juventus ha principalmente bisogno del proprio campionissimo, ovviamente nel reparto avanzato, considerato che difesa e centrocampo sono a livelli alti. E proprio alla luce di questa considerazione, sarebbe davvero un peccato lasciare intentato l’assalto alla Champions League: le basi per diventare grande anche in Europa, dopo esserlo in Italia, questa Juve le ha tutte. A partire dall’allenatore, Antonio Conte, vero deus ex machina della resurrezione bianconera. Ma attenzione, tasselli complementari sembrano importanti anche negli altri reparti, dove i titolarissimi sono di alta caratura, mentre le alternative non sembrano fornire adeguate garanzie in tal senso. Parlare di bocciatura europea, per i bianconeri, appare comunque eccessivo. Il valore del Bayern Monaco era ben superiore, e questo lo si sapeva già: ignorarlo vuol dire essere dotati di paraocchi. Certo, aver preso 4 goal tra andata e ritorno, senza essere stati capaci di segnarne neppure uno, non è proprio sinonimo di bella figura. E però, lo ribadiamo, uscire ai quarti di finale vuol dire essere comunque parte delle 8 migliori squadre d’Europa. Se pensiamo in che stato si trovava la Juventus 2010/2011, c’è solo di che applaudire.
Adesso, però, la dirigenza dovrà lavorare duramente per cercare di colmare il divario, parecchio grande, con i club tedeschi, spagnoli e – perchè no – anche inglesi. Serviranno investimenti pesanti – e qui si chiama in causa la proprietà – ma servirà soprattutto lungimiranza. Purtroppo, quando una squadra incappa in un’eliminazione, diviene consequenziale fare le pulci al lavoro di allenatore, calciatori e società. Ecco perchè, pur riconoscendo l’abilità di Marotta nell’aver ingaggiato gente come Barzagli, Pirlo e Vidal, non si riesce a scordare l’acquisto dei vari Martinez (12 milioni), Krasic (15 milioni), Elia (9 milioni), Motta (5 milioni), o le valutazioni eccessive date al momento degli acquisti dei pur validi Matri (18 milioni di euro) e Quagliarella (16 milioni di euro). Per tacere degli economici ma comunque inutili Bendtner, Anelka e Traorè. Sia chiaro, non siamo qui a fustigare l’attuale amministratore delegato bianconero, che rimane tra i migliori nel proprio ruolo in Italia. Ma è chiaro che serve maggior incisività in chiave di calciomercato, cercando di ridurre al minimo i rischi, ed operando in maniera il più oculata possibile. Un eventuale ritorno da protagonista in Champions League passa giocoforza da un calciomercato di alto livello. Le fondamenta sono valide e robusta: adesso serve completare l’opera. Diversamente, staremo qui a contare gli anni che separano la Juventus dall’ultimo trionfo nella massima rassegna continentale: adesso siamo a 17…
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