Pagelle Juventus
Editoriale Juventus – La paura fa Pogba
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11 anni agoon
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RedazioneA un certo punto, più o meno verso l’ora di gioco, sembrava quasi Pogba contro il Bologna intero. Come nelle favole dei fratelli Grimm quando il gigante salva il villaggio. Il ragazzo francese si caricava la squadra sulle spalle e la conduceva alla vittoria, la diciassettesima consecutiva allo Stadium. Traguardo abituale di questa stagione. Dopo le tante (e immeritate) critiche per il suo modo provocatorio di gestire la palla – in verità ci si dimentica che tutti i giocatori di talento danno questa impressione -, Pogba tornava se stesso e zittiva tutti.
Non tira con la stessa frequenza di sempre? Nei primi cinque minuti poteva aver già messo nel carniere due gol. Non calcia più con la stessa potenza? Probabile, si veda la prima occasione a due passi da Curci: però è un atteggiamento preparato e messo in concreto per il suo acume tattico. Paul è un giocatore grazioso ed elegante, un cigno nero che apre le lunghe gambe come maestose ali. Oppure va ridotto come un comune mediano che calcia di sola forza?
L’ha risolta Pogba. Ha fatto tutto lui, manco avesse un conto in sospeso con gli emiliani o con Ballardini. Ecco, proprio il “Balla” di Ravenna, capace di mettere sempre in difficoltà la Juventus col verrou anni ‘50, francesismo che ci risparmia l’utilizzo di un pessimo lemma italiano; uno dei pochissimi allenatori ancora vergine da una sconfitta allo Stadium. Fino a ieri sera, quando una rasoiata di Pogba gli toglieva quello status.
I giocatori del Bologna stavano bene in campo, cinque fissi davanti al portiere e altri quattro nel raggio di venti metri. Solamente Cristaldo e Christodoulopoulos avevano licenza di vedere di che colore fossero i guanti di Buffon. Glielo diciamo noi, bianchi. Il doppio strato reggeva per un tempo, poi nella ripresa iniziava a caracollare per sbriciolarsi con l’ansia dei lanci lunghi nel deserto. Un film già visto ma che stupisce sempre poiché la Juventus forza la serratura con un grimaldello diverso.
C’è un torrente di numeri che può inondare queste righe e intrecciarsi con altre stagioni o allenatori. Questa attività la lasciamo a chi di dovere. Ci limitiamo a dire che la corsa scudetto, ormai, è un’invenzione da quattro soldi che tiene alti gli ascolti televisivi: questo campionato si è chiuso mentalmente a Udine sette giorni fa e, di fatto, verrà chiuso con l’Atalanta fra due settimane. Altrimenti non si spiegherebbe l’esultanza Mundial dei romanisti di fronte la matematica certezza di partecipare alla prossima Champions League.
Alessandro Legnazzi (Twitter: @lusciandru)
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