Pagelle Juventus
Editoriale – L’ultima parata di Zoff, 30 anni fa l’addio al calcio
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12 anni agoon
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Redazione© foto di Agenzia Liverani
Quando un campione, a un certo punto, decide di chiudere la carriera, un po’ di malinconia si fa spazio nel cuore di chi, per anni, ne ha seguito le gesta, condividendone i momenti belli e quelli più difficili, esultando per i suoi gol o trepidando ad ogni sua parata.
Quando Dino Zoff giocò la sua ultima partita, il 29 maggio di trent’anni fa, il dispiacere fu addirittura doppio. Innanzitutto perché, perdendo malamente a Göteborg contro la Svezia, la nostra Nazionale, campione del mondo in carica, mancava la qualificazione per l’Europeo di Francia ’84. E poi perché, con il ritiro del capitano azzurro, si chiudeva definitivamente un’era. L’era di questo portiere friulano di poche parole e dallo stile essenziale, raramente spettacolare, eppure sempre, tremendamente, efficace. Esempio di correttezza e di perseveranza, Dino Zoff ha attraversato tre decenni del nostro calcio senza mai smarrire il realismo e la modestia coltivati negli anni dell’infanzia, figlio di contadini nel Friuli del dopoguerra.
Esordì in Serie A con la maglia dell’Udinese il 24 settembre 1961, subendo 5 gol a Firenze. Approdò poi a Mantova, dove avrebbe conosciuto Annamaria, la futura moglie, per poi esplodere a Napoli, idolo di un’intera città. Alla Juventus divenne il numero 1, battendo record su record, vincendo Coppe, Scudetti e sfiorando il Pallone d’Oro. Fu però la sua parabola in Nazionale a sancirne lo status di mito dello sport azzurro. Campione d’Europa nel 1968, campione del mondo nel 1982, a 40 anni, indomabile capitano abbracciato a Sandro Pertini.
Si ritirò, da migliore in campo, nel match con la Svezia, sapendo di aver dato tutto e di aver ricevuto il massimo. E lasciando un velo di inevitabile nostalgia in quanti avevano imparato ad amarlo.
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