Pagelle Juventus
Editoriale – La “decadenza” di Adriano Galliani
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11 anni agoon
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RedazioneUn addio inevitabile. Questo è lo scenario più probabile in casa Milan. Dopo 28 anni Galliani è pronto, alla fine, per separarsi dal Milan. Il buon Adriano non ha nessuna intenzione di aspettare il mese di aprile, quando nell’assemblea degli azionisti e nel cda si deciderà il rinnovo delle cariche, per abbandonare il Milan e dedicarsi a una nuova avventura. E’ una questione di stile e di orgoglio per l’attuale a. d. rossonero, che non ci sta a farsi cuocere “a fuoco lento”.
Ultimatum milionario. Galliani lancia l’ultimatum in una situazione molto critica per il Milan, rasserenata a stento dalla vittoria in Champions League contro il Celtic. Sul piatto c’è una liquidazione da 50 milioni di euro lordi. Una cifra rilevantissima che tiene conto di una lunga attività manageriale a 360°: se non si trovasse l’accordo per la buonuscita, Galliani potrebbe dimettersi entro otto giorni in quello che sarebbe un sorprendente addio lampo, imprevedibile, fino a un mese fa, come il divorzio di una coppia sposata felicemente da 28 anni.
Non è un paese per vecchi. Barbara Berlusconi ha colpito nel segno come un cecchino, provocando una ferita insanabile nel vecchio dirigente tanto fedele a Silvio Berlusconi e alla causa rossonera. L’incompatibilità di vedute con la figlia del Cavaliere, che sta già lavorando per il futuro del club, ha reso incandescente la convivenza nella stessa sede. Umiliato e offeso, Galliani ha ingoiato il rospo con la signorilità di un baronetto e con quell’ironia intelligente che lo ha sempre contraddistinto. Forse si sarebbe aspettato più gratitudine e appoggio da parte di Silvio Berlusconi, ma il Cavaliere è stato travolto da ben altre faccende che lo hanno costretto a trascurare il Milan.
Rottamazioni eccellenti. Non stiamo parlando di Matteo Renzi, né del Pd. Ma Barbara Berlusconi sta diventando, più o meno direttamente, la “rottamatrice” del miglior dirigente italiano degli ultimi 30 anni. D’altro canto, al di là delle fazioni e delle simpatie, qui c’è in gioco il futuro del Milan, il club più titolato al mondo. Il pericolo più grave si chiama “decadenza” (e non stiamo parlando solo di Berlusconi). Il Milan ha certamente bisogno di cambiamenti, di nuovi capitali, di nuovi innesti di mercato. Ma bisogna pianificare il mutamento e la transizione. Galliani, da anziano nocchiero esperto di tempeste e di bonacce, assicurerebbe una svolta riformistica, sapendosi reinventare in vari ruoli come ha fatto in questi 28 anni rossoneri. Lady B, con il suo entusiasmo imprenditoriale, porterebbe invece una rottura rivoluzionaria, una ventata d’aria fresca ma anche tutta una serie di incognite.
Tra decandenza e rinnovamento. Si tratta di una vera e propria resa dei conti. Intanto Allegri sopravvive partita dopo partita sulla panchina più bollente d’Europa. Imperativo categorico: salvare il Milan dal naufragio di una stagione disatrosa e poi farsi da parte, con stile e signorilità. Una schiera di allenatori giovani già scalpita ai cancelli di Milanello…intanto in quel di Carnago tutti i dipendenti rossoneri, dai magazzinieri, ai giocatori, allo staff tecnico dovranno abituarsi presto ad un Milan nuovo, pronto a rialzarsi verso nuove avventure, ma questa volta senza lo sguardo un po’ imbronciato e un po’ sognante di Adriano Galliani.
Samuele Mei
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