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Editoriale – La “nebbia di Belgrado”, genesi del grande Milan euromondiale
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11 anni agoon
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RedazioneNEBBIA, GLORIA E MALINCONIA. A 25 ANNI DALLA BATTAGLIA DI BELGRADO, LA GENESI DEL GRANDE MILAN EUROMONDIALE.
25 anni, un quarto di secolo, e la memoria che non scolora. Né il tempo né la fittissima nebbia calata quella sera del 9 novembre 1988 sul Marakana di Belgrado, potranno mai offuscare il ricordo di ciò che fu. Il Milan, all’indomani del primo Scudetto dell’era Berlusconi, era pronto a cingere d’assedio anche l’Europa, dall’alto di una squadra costruita per vincere. Se ne accorse fin da subito il Vitosha Sofia, sotterrata dalla valanga di gol rossonera nel primo turno della Coppa dei Campioni 1988/89.
Nell’andata degli ottavi contro i temibili slavi della Stella Rossa, però, qualcosa si inceppò, nella sofisticata fuoriserie pilotata da Arrigo Sacchi, e San Siro dovette accontentarsi di un 1-1 che avrebbe rimandato il verdetto al ritorno di Belgrado.
E lì fu l’inizio della leggenda. La sera del 9 novembre, sugli spalti del Marakana, non c’era più spazio nemmeno per uno spillo. In più, a rendere ancora più epico il tutto, la fittissima nebbia calata sulla partita, che impediva di vedere a un metro di distanza. Il Milan, che già aveva dovuto rinunciare all’infortunato Ruud Gullit, doveva ora affrontare una Stella Rossa in gran forma, forte dei tanti campioni che in quel periodo ne indossavano la casacca, primi tra tutti il geniale fantasista Dejan Savi?evi? e Dragan Stojkovi?, talento tanto grande quanto fragile. Già in difficoltà, il Diavolo dovette soccombere al 5° del secondo tempo, quando proprio un gol di Savi?evi? fece esplodere in un boato i tifosi serbi. A complicare le cose, pochi minuti dopo, l’espulsione dell’esperto attaccante Pietro Paolo Virdis, un episodio in realtà sfuggito a molti, visto che la nebbia sempre più densa rendeva ormai impossibile la visibilità.
Già, la nebbia. Qual miglior alleato, per la truppa sacchiana! L’arbitro Dieter Pauly, che pure aveva voluto far iniziare l’incontro, decise di tornare sui propri passi, prese il pallone e dichiarò sospese le ostilità. Impossibile giocare in quelle condizioni. Pericolo scampato, per i rossoneri. Si ripeté dunque la partita il giorno seguente, dal primo minuto e dallo 0-0. E, cosa ancor più importante, senza nebbia.
La Stella Rossa, sempre indomita, trovò un Milan diverso, ben più volitivo rispetto a 24 ore prima. Fu una battaglia indimenticabile, passata attraverso le reti di Marco van Basten prima e Piksi Stojkovi? dopo, il gravissimo infortunio di Roberto Donadoni e un incredibile gol non assegnato ai milanesi dopo che la palla era entrata di un metro. Rob de matt…
I rigori furono l’epilogo più giusto. Savi?evi? sbagliò, Frank Rijkaard no. L’urlo rossonero si alzò fino in cielo, la paura era svanita, la missione era compiuta. Il Diavolo aveva dato inizio al suo grande ciclo europeo, e mai nessuno sarebbe più riuscito a fermarlo.
È storia di 25 anni fa, è un anniversario emblematico oggi che i tempi sono così cambiati. Impossibile dimenticare la gloria che fu, impossibile soffocare la speranza di rivivere, un giorno o l’altro, altre emozioni così.
Luca Gandini
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