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Editoriale Lazio – L’impronta di Petkovic
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12 anni agoon
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RedazioneLa vera sorpresa di queste prime otto giornate di Campionato è indubbiamente rappresentata dalla Lazio e dal suo tecnico Vladimir Petkovic, principale artefice di questo brillante avvio, che lha portata ad occupare meritatamente la terza posizione della classifica, seppur in coabitazione con lInter.
Giunto nella capitale circondato da un iniziale scetticismo, il bosniaco, proveniente dalla squadra svizzera del Sion, ha conquistato in poco tempo i favori della tifoseria biancoceleste.
Soprannominato il Dottore, Petkovic possiede tre cittadinanze, bosniaca, svizzera e croata e parla ben 8 lingue. Oltre al nativo serbo-croato e bosniaco, parla infatti anche inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo e italiano. E sicuramente, vista la oramai sempre più nutrita schiera di giocatori stranieri presenti nel nostro Campionato, questo singolare aspetto non può che facilitargli il compito di trasmettere alla squadra il proprio credo tattico.
La caratteristica più importante che il nuovo Mister ha trasmesso ai suoi uomini è quella di scendere in campo con la mentalità vincente di chi vuole sempre imporre il proprio modo di giocare, senza adattarsi alla squadra avversaria.
Grande merito gli va riconosciuto anche per aver ridato fiducia incondizionata al brasiliano Hernanes, relegato ai margini con Reja, che si è ritrovato al centro del progetto biancoceleste, tornando ad essere il vero ispiratore del gioco: pressa, si inserisce, gioca veloce di palla e di pensiero.
Accanto a lui pare rigenerato anche Candreva che, in virtù delle ottime prestazioni fornite, ha riconquistato la Nazionale di Prandelli.
Un tempo discontinui, oggi Candreva ed Hernanes sono diventati fondamentali e decisivi, contribuendo alla causa anche in termini di realizzazioni.
Grazie a loro, alla sempre lucida regia dellargentino Ledesma ed allintramontabile bomber tedesco
Klose questa Lazio sta conquistando le simpatie della critica e soprattutto dei suoi tifosi che credono sempre più nel nuovo progetto.
Per essere però squadra competitiva per lo scudetto manca di continuità. Anche contro il Milan è stata una Lazio a due facce: arrembante e cinica nei primi 60 minuti, non altrettanto nellultima mezzora, in cui ha denotato un evidente calo fisico e nervoso. Se la sfida con il Milan rappresentava un esame di maturità, possiamo dire che sia stato superato, però la lode arriverà quando i biancocelesti sapranno chiudere in cassaforte il risultato, senza rischiare clamorose rimonte. Con le dovute proporzioni, lo stesso difetto emerse nel match contro il Pescara: Lazio schiacciasassi che segna tre reti in gran scioltezza, ma che poi dà modo all’avversario di riaccendere la speranza. Rispetto agli abruzzesi, incapaci di concretizzare le poche folate offensive del secondo tempo, il Milan ha avuto una reazione dorgoglio che ha messo a rischio la vittoria finale dei capitolini.
L’atteggiamento in campo della Lazio è stato comunque da grande squadra, una squadra che dimostra di avere sempre più limpronta di Petkovic.
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