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Editoriale Lazio – Nel segno di Petkovic
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12 anni agoon
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RedazioneE’ in possesso di tre cittadinanze (bosniaca, croata, svizzera) e parla otto lingue. A metterla così sembrerebbe che il 49enne nativo di Sarajevo sia capitato in Italia un po’ per caso. Accolto in una calda giornata di inizio giugno fra lo scetticismo generale, l’attuale tecnico biancoceleste non si è mai scomposto, mostrando sempre un atteggiamento pacato di chi è convinto dei propri mezzi.
Dopo diciotto anni da discreto calciatore passati a girovagare tra l’ex Jugoslavia e la Svizzera, Vladimir Petkovic decide di intraprendere la carriera di allenatore: Bellinzona, Malcantone Agno, Lugano, ancora Bellinzona, Young Boys, Samsunspor, Sion le sue panchine in rigoroso ordine cronologico. Ed è proprio a Sion che Petkovic riesce a dare una svolta al proprio destino, salvando la squadra svizzera dalla retrocessione con la vittoria dei play-out ai danni dell’Aarau dopo la pesante penalizzazione di 36 punti per illeciti commessi in Europa League.
Lotito e Tare, da sempre interessati a soluzioni a costi contenuti per la loro Lazio, decidono di affidare il dopo-Reja a questo allenatore che tanto bene ha fatto in Svizzera. Nonostante un precampionato al di sotto delle aspettative (sconfitte con Siena, Torino, Galatasaray e Getafe) – complice anche un mercato come ogni anno improntato al risparmio (unici sussulti il francese Ciani acquistato dal Bordeaux per 3,5 milioni di euro, l’ingaggio a parametro zero di Ederson e il riscatto della metà di Candreva) – la società romana non ha battuto ciglio e ha sempre confermato la fiducia al proprio tecnico. Fiducia ampiamente ripagata prima con l’accesso tra le 48 squadre di Europa League con la doppia vittoria dei preliminari contro gli sloveni del Mura 05, poi con la convincente striscia di tre vittorie su tre in campionato. Il merito di Petkovic è quello di riuscire a tirare fuori il meglio dalla rosa a sua disposizione, nonostante l’assenza dei così tanto in voga top players in grado di risolvere le partite da soli.
Come il suo predecessore, il tecnico bosniaco ha costruito il suo impianto di gioco puntando sui due calciatori di maggior classe che possono dare a questa Lazio una marcia in più: stiamo parlando di Klose ed Hernanes che in questo inizio di campionato non hanno tradito le attese dei propri sostenitori, conducendo la squadra ad un momentaneo terzo posto in classifica. In particolare il brasiliano, dopo le deludenti prestazioni della scorsa stagione, sembra rinato (4 gol in 5 presenze) da quando Petkovic ha avuto la geniale intuizione di arretrare il suo raggio d’azione sulla linea dei centrocampisti consegnandogli di fatto le chiavi della squadra.
A Roma, sponda biancoceleste, si augurano che il Dottore Petkovic possa trovare in fretta la cura giusta per il mal d’Europa che affligge le Aquile da due anni a questa parte.
Alessandro Corti
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