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Editoriale Milan – Costretti a parlare al futuro…
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12 anni agoon
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RedazioneQuando si guarda troppo al futuro vuole dire che il presente non sta regalando grandi soddisfazioni. Se ad ottobre si guarda a gennaio se non addirittura a luglio, vuol dire che le cose sono davvero messe male. Se invece che a come risollevare le sorti di una stagione partita malissimo, si pensa ad acquisti possibili, a volte improbabili, se invece che interrogarsi su problemi societari, si inseguono voci su possibili investitori più o meno esotici, allora la situazione è davvero grave.
Ormai sembra che il campionato 2012/2013, e la relativa Champions, siano un qualcosa di archiviato sotto la voce da dimenticare, sotto la voce limitiamo i danni. Forse è davvero così ma è comunque triste pensare che il Milan possa davvero essere ridotto a riporre speranze in un futuro sognato piuttosto che a lottare e godere del presente.
Più che la giusta visione in prospettiva della società, fa specie linteresse dei tifosi per il nuovo, per il cambiamento, per nuovi arrivi, per probabili cessioni, per tutto ciò che non centra con quello che sta accadendo, con il prossimo Lazio Milan e con il seguente turno di Champions. Triste ma capibile latteggiamento del popolo rossonero che non vede grandi orizzonti presenti e si affida allo sguardo perso in un lontano che forse potrebbe essere più roseo. Abbiati va via? Nani si è offerto ? Allegri resta? Arriva Guardiola ? Gli arabi mettono i petroldollari ? I russi allacciano il gas? Chi prendiamo in difesa? Forum, tweet, gruppi di facebook, fino alle più antiche chiacchiere da bar. In tutti i luoghi gli argomenti sono questi.
Tra il serio ed il meno serio, tra battute e convinzioni, tra sogni, certezze ed utopie, il tifoso milanista parla al futuro. Il vecchio indicativo presente non va più di moda. E il futuro a farla da padrone, accompagnato da qualche congiuntivo e se arrivasse Guardiola? a braccetto con alcuni condizionali si potrebbe prendere .. Come a scuola, coniugare i verbi è una delle cose più difficili, come difficile è parlare e prevedere il futuro. Difficile ma necessario, difficile ma bello soprattutto quando il presente non è come ce lo si aspetta. Bello però solo finché il futuro non diventa presente e ci si accorge che le cose sono rimaste le stesse.
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