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Editoriale Milan – Seedorf parla da solo e certifica il caos che si è impadronito del club rossonero
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11 anni agoon
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RedazioneClarence Seedorf che concede un’intervista senza essere autorizzato dal Milan è solo l’ultima goccia di un vaso tracimante: la tradizionale, perfetta organizzazione del club più titolato al mondo negli ultimi mesi è collassata.
Ci sono troppe teste pensanti e mai come in questa stagione sono emerse le divergenze e la mancanza di un progetto unico, di una linea guida da seguire. Con il risultato che a trionfare sembra esserci il caos. Lo dimostra la peculiarità del doppio amministratore delegato: Adriano Galliani con delega alle faccende sportive (ma che non si nega la partecipazione ad eventi legati allo sponsor, d’altra parte l’ha fatto per più di 25 anni), Barbara Berlusconi per il lato commerciale (senza mai astenersi dal dire la sua quando il discorso si sposta sul mercato di giocatori e tecnici).
La nuova, faraonica sede di via Aldo Rossi deve diventare un punto di partenza per una nuova pagina del club. La gestione di Massimiliano Allegri prima e Seedorf ora certifica l’esigenza di cambiare qualcosa. E al più presto. Il livornese non piaceva al presidente onorario Silvio Berlusconi, che ha imposto uno tra Filippo Inzaghi e l’olandese, suoi figliocci putativi (calcisticamente parlando) sulla panchina del Diavolo. E’ tornato Seedorf, che nonostante i risultati sul campo lusinghieri sembra diventare un equivoco ogni giorno di più, dai problemi nello spogliatoio alla ridda di voci sul suo futuro, che ne delegittimano il ruolo e financo la professionalità.
Senza dimenticare il peso che tutta questa baraonda sta avendo su giocatori che sono il patrimonio umano del club: facile parlare di Mario Balotelli, ma non si devono dimenticare Montolivo, Pazzini, Honda, El Shaarawy. Tutti uomini di primissimo piano e dei quali si sta parlando molto anche per il peso che hanno nel gruppo, per i rapporti con il mister, per questo o quell’altro dirigente che stanno dalla loro parte o meno.
Sarebbe opportuno, in questo delicatissimo momento della stagione, che il Milan provasse a remare all’unisono nella stessa direzione. L’Europa League è tutt’altro che un miraggio, ma deve diventare una priorità per tutti. Se raggiunta potrebbe rappresentare il punto di partenza tecnico su cui impostare un 2014-2015 che dovrà segnare un cambio di prospettive in seno all’universo rossonero. Che è sempre stato abituato a concepirsi come una vera e propria famiglia.
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