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Editoriale – Mondiale per Club? Pronto un brodino per il Chelsea
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12 anni agoon
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RedazioneLa Fifa ha sempre mal sopportato il trofeo che fino al 2004 assegnava di fatto il titolo di campione del mondo, cioè la Coppa Intercontinentale.
Voluta dal mitico presidente del Real Madrid Santiago Bernabeu, che non sapeva più come magnificare la sua fantastica squadra, il trofeo che metteva di fronte i campioni del Sud America e quelli dellEuropa ha regalato sfide memorabile e pagine di calcio da romanzo.
Alla Fifa, dicevamo, non è mai andato giù il fatto che una competizione che si fregiava del titolo di mondiale per club non fosse sotto la sua giurisdizione, e così, agli inizi del nuovo secolo (2000), piano piano, ha iniziato a pensare ad un proprio torneo.
Tanto fece lallegra compagnia guidata dallineffabile Joseph Blatter che riuscì a convincere i club e le confederazioni ad allargare il mondiale a tutti i campioni continentali, non solo Europa e Sud America, a farlo diventare il Mondiale per Club Fifa e a farlo disputare dove offrono più soldi.
Per ora lospitalità al torneo lhanno data prima il Giappone, poi gli Emirati Arabi (ci vinse lInter nel 2010) e poi ancora il Giappone. La formula, per carità, è degna di un torneo mondiale. Ogni confederazione ha la sua rappresentante che si gioca il titolo sullo stesso piano dei più forti club di altri emisferi.
Quello che però la Fifa non ha potuto comprare è il sapore romantico che la Coppa Intercontinentale aveva saputo costruirsi dal 1960 e il fatto che la Fifa la osteggiasse, seppur in modo non ufficiale, lha arricchita ancora di più di sapore pioneristico. Era un trofeo nato solo dallaccordo tra presidenti ambizioni delle due confederazioni più importanti nel calcio.
Gli scontri memorabili giocati in partita di andata e ritorno prima (fino al 1979) e gara secca e sede neutrale poi (dal 1980) sono molti. Per noi italiani, sono sicuramente da ricordare le sfide del Milan col Santos di Pelé, quelle degli stessi rossoneri aggrediti in casa dellEstudiantes di papà Veron in Argentina e degli uomini di Sacchi contro i colombiani dello stregone Maturana, ma anche lo scontro tra la Juventus di Platini e lArgentinos Junior di Borghi
Lesodo sempre crescente dei campioni sud americani verso lEuropa, dagli anni 90 in poi, ha reso la sfida mondiale tra club meno interessante, dellIntercontinentale ci rimangono le partite alle quattro del mattino giocate col coltello tra i denti contro i forti sudamericani.
Ledizione di questanno, in programma dal 6 al 16 dicembre in Giappone, potrebbe concedere un brodino al Chelsea di Benitez e regalare un trofeo dal nome altisonante al sempre esigente presidente Abramovich. Unico ostacolo, come sempre sulla carta, il Corinthians di Paulinho.
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