Editoriale – Moratti, il problema non sono gli arbitri ma la società che gestisci…

“Commento solo il rigore, un rigore di questo genere cambia veramente una partita, mette la squadra in condizione di sentirsi non considerata. Io credo che siano 20 o 21 le gare in cui non ci danno un rigore, credo che sia impossibile non aver avuto occasioni da rigore in 21 partite…”. Parole di Massimo Moratti. Parole durissime che, francamente, risultano anche incomprensibili…

Che il rigore del 3-2 orobico sia discutibile è un fatto certo ma che la sconfitta dell’Inter (la terza in casa consecutiva, non accadeva dalla metà degli anni ’50) sia dovuta a quell’episodio è fuori discussione. Il problema dell’Inter non è nella mancanza di rigori a favore o nei presunti errori arbitrali ma in una società che, giorno dopo giorno, conferma di non avere una strategia chiara, sia pre il presente che per il futuro.

Chi ha deciso di investire, a gennaio, su Kovacic e non su un’attaccante di spessore (non ce ne voglia Rocchi, professionista serio ma non più quello di un tempo)? Chi ha lasciato andare Balotelli al Milan? Chi ha portato a casa un certo Pereyra per 11 milioni? Questi errori si pagano, più che il rigore trasformato da Denis…

L’Inter non è più quella di un tempo, il Triplete è ormai un ricordo a cui appoggiarsi nei momenti difficili, come quello che sta vivendo ora la squadra guidata da Moratti. Non è questione di buona fede, qui serve una strategia vera e investimenti decisamente più oculati e intelligenti…