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Editoriale Palermo – A Carpi si perde… anche l’onore
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11 anni agoon
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RedazioneIncredibile. Il panettone va di traverso ai sostenitori rosanero proprio nella giornata in cui meno se l’aspettavano. Forse neppure Iachini sa spiegarsi il come e il perché abbia gettato malamente alle ortiche il primato di recente raggiunto dopo una cavalcata poderosa, in una trasferta tranquilla, contro una squadra nettamente inferiore. Una giornata storta, stortissima, in cui i numeri danno torto sfacciato all’undici siciliano, mai così negativo dall’inizio della stagione, capace di farsi del male da solo e di affossarsi con le sue stesse mani.
Delle lacune di manovra dei rosa abbiamo ampiamente trattato nelle settimane precedenti. Non è una novità che si stenti a produrre gioco e che molte castagne dal fuoco siano state tolte da iniziative individuali o dagli sviluppi su calci da fermo. Ma stavolta è mancata completamente anche la testa. Una squadra molle, fiacca, svagata, convinta (forse) di aver già in tasca la promozione ha rimediato una figura barbina di quelle memorabili, recitando nel minuscolo proscenio di Carpi (il campo con minor capienza dell’intera B) uno spettacolo indegno di una capolista.
Intendiamoci, il debole Carpi non ha fatto nulla per vincere, né forse poteva. S’è limitato ad incassare il regalo di Natale d’un rigore scellerato. E’ stato il Palermo a suicidarsi sportivamente, non riuscendo a rendersi pericoloso con continuità né prima né dopo il vantaggio dei padroni di casa, né a produrre una reazione veemente e produttiva degna, ripetiamo, d’una prima della classe.
Tutti sul banco degli imputati. Cominciando da Iachini che non ha forse scelto la formazione migliore (centrocampo privo di fosforo), che ha sbagliato i cambi (schierando il tridente ed indebolendo ulteriormente la mediana col risultato che le punte non hanno beccato palla), che ha tollerato ritmi troppo bassi – nessun calcio d’angolo per l’intero primo tempo, non è roba che si veda comunemente negli stadi! – confidando che prima o poi il golletto i rosa sarebbero riusciti a farlo. Passando per i giocatori, persino con quelli più combattiti (Bolzoni, Barreto, Lafferty), assolutamente insufficienti. E finendo coi dirigenti. Perinetti s’è fatto espellere sullo 0-0 ed ha emesso un comunicato postumo che denota, aldilà della fondatezza delle ragioni, debolezza ed instabilità caratteriale: una società forte non strepita istericamente contro l’arbitro dopo aver giocato in quella maniera indecente. E’ persino di cattivo gusto e non guadagna simpatie alla causa rosanero.
Non tutte le ciambelle riescono col buco e forse il Palermo sta pagando il conto alla buona sorte passata (pluricitato esempio, il povero Ujikani: da quando è entrato ha sempre subito gol restando praticamente inoperoso!). Gli episodi adesso gli girano contro. E’ il momento quindi di mostrare di che pasta è fatto. Cambiando registro in fretta: se si vuole vincere il campionato bisogna imporsi di più e lucrare di meno.
La sconfitta è di quelle pesanti sul piano del morale. Capace di incrinare certezze ed instillare dei dubbi in un organico che regolarmente quando raggiunge la vetta, scivola. Le ombre di Carpi si prolungano ben oltre la trasferta in terra emiliana. Cinque espulsi (Perinetti, Daprelà, Milanovic, Iachini e un accompagnatore). Muñoz, Barreto e ovviamente gli espulsi salteranno la prossima.
Un’ecatombe di questo tipo farebbe pensare ad un’epica battaglia ed invece niente di tutto questo è accaduto. In casa siciliana, sportivamente parlando, s’è infatti dormito. Che qualcosa di strano, d’incomprensibile, ci fosse nella testa dei rosanero è apparso subito chiaro: appagamento, superficialità, snobismo, l’importante è che non si ripresentino. Fin da giovedì, in casa con la disperata Ternana.
Antonino Pavone (www antoninopavone it)
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