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Editoriale Palermo – Il mercatino rosanero
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11 anni agoon
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RedazionePerinetti ha sostenuto candidamente che Hernandez e Sorrentino non sono stati ceduti perché non sono arrivate offerte interessanti. Quindi, se fossero arrivate, il Palermo si sarebbe privato di entrambi. In barba alle esigenze tecniche di una squadra non solo impossibilitata ad indebolirsi, ma addirittura obbligata a rinforzarsi.
La coda del mercato (un mercatino rionale, in verità) ha riservato due imberbi giocatori che magari si riveleranno dei fuoriclasse figuriamoci ma che attualmente valgono meno dei loro compagni in organico. Due giovani di belle speranze da svezzare, due incognite al fianco delle tante fin qui deludenti. Altro che elementi esperti, di categoria e dal rendimento (ragionevolmente) certo!
Belotti è nel giro dell’Under e questo è positivo. Ma arriva dall’Albinoleffe dove non ha certo fatto sfracelli, infoltisce il reparto con più incognite togliendo spazio ad altri da valorizzare come Dybala, Malele e Hernandez. Niente a che vedere con l’implacabile bomber invocato, insomma. Il suo procuratore l’ha definito un incrocio tra Vieri e Chinaglia, convinto di tesserne gli elogi: speriamo solo che dei due non abbia il carattere da attaccabrighe!
Verre non è il metronomo carismatico che avrebbe dovuto con personalità fornire di bussola un undici che gira spesso a vuoto. Ha giocato poche partite lo scorso anno nel Siena. Perinetti attinge a piene mani dalla sue ex squadra, manco fosse il Real Madrid e non piuttosto una piccola entità retrocessa al pari dei rosa. Mancanza di risorse e di fantasia. Sannino, Giorgi, Brienza, Bolzoni, Terzi e soci sono i… gioielli portati dalla Toscana in Sicilia dal valoroso dirigente, confermato, lui solo, malgrado le nefandezze passate. Un dubbio: che senso ha avuto allontanare il povero Viola che in B aveva giocato ed anche bene, dopo averlo martirizzato tenendolo un anno in naftalina, già del Palermo, per prendere un elemento di proprietà mista Udinese-Roma?
Verre arriva a rinforzare un reparto falcidiato da infortuni, squalifiche e.. follie (vedi Ngoy) assortite. Barreto è già un caso: sempre presente negli ultimi due campionati, doveva essere la controfigura di Gattuso in campo, è invece scomparso dalla liste dei convocati prepartita. Pare sia vittima di un infortunio serio. I dirigenti affermano di saperlo da tempo: e allora perché l’hanno designato capitano? Una delle tante assurdità che costellano dalla disgraziata finale di Coppa Italia, ultima gloria del presidente Zamparini, il cammino dei rosanero.
A confermare quanto il patron sia cambiato e forse mediti un disimpegno lo conferma indirettamente il fatto che Verre e Belotti arrivino pro quota. Zamparini prima comprava solo giocatori per intero, per valorizzarli e rivenderli ora sopravvive e s’arrabatta raccattando prestiti e saldi vari (in questo Perinetti è un maestro). Sbraita contro i procuratori, ma poi affida a loro il compito di piazzare i propri assistiti con alterni risultati, trionfali per Pastore, decorosi per Viviano e umilianti per Garcia.
E finiamo con la coppia di delusi. Hernandez lungo e pluridegente, appena rientrato e fatto gol, ha chiesto pubblicamente d’essere ceduto a gran voce. E’ rimasto, sebbene solo per mancanza di offerte: adesso bisognerà vedere con che rendimento e come accoglieranno i tifosi il suo comportamento (è ora di finirla con la storiella dei giocatori che se non sono contenti è inutile che restino, per poi lamentarsi se fanno i comodacci loro come con Garcia, sul quale torneremo).
Sorrentino è un portiere affidabile, non è un fenomeno, però schierarlo sempre per poi cederlo a fine mercato, sarebbe stato da folli: non è successo, non per merito della società (che anche dall’esperienza Tzorvast, non ha tratto alcun insegnamento), ma va bene così. Ora, chiuso il mercato, sono caduti gli alibi. E’ tempo di darsi una mossa, buono o cattivo che sia l’organico, le alternative sono numerose ed alcune fin qui ignorate. A Gattuso l’onere e l’onore di spremerne il meglio per evitare il peggio: Ringhio già a Padova si gioca la panchina.
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