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Editoriale Palermo – Malesani: pessima la prima
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12 anni agoon
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RedazioneDi Male(sani) in peggio di potrebbe dire. Il neotecnico rosanero sbaglia di tutto e di più (di Gasperini). Del suo predecessore prende il peggio (la difesa a tre, per esempio, mai vincente da un anno in qua) e getta via il poco che andava valorizzato (qualità della manovra fino allarea avversaria). E appena arrivato, non gli si chiede di fare miracoli, ma di non compiere corbellerie sì.
Le assenze di Miccoli e Ilicic, pur pesanti, non possono costituire un alibi contro la peggior difesa del campionato. La squadra schierata non aveva né testa né cosa e, si badi bene, la critica non è tanto sugli elementi, quanto su scelte concettuali contrarie alla più elementare grammatica calcistica. La decisione di imperniare tutto su Donati si è rivelata errata, si intuiva che il bergamasco non fosse in condizione (vedi editoriale di presentazione) e la conferma è prontamente arrivata: era forse giusto provarlo dallinizio, su questo possiamo assolverlo, ma il cambio è apparso tardivo, dopo 60 di assoluto niente in campo condito da retropassaggi e appoggi laterali ininfluenti. Lavevano capito tutti tranne il tecnico. La proclamata fiducia ai senatori poteva avere un senso come stimolo a responsabilizzarli, ma da qui a schierare un undici zeppo di ultratrentenni o quasi in mediana (Rios, Barreto e lo stesso Donati) e in difesa (Sorrentino, von Bergen, Aronica, Nelson, Dossena) è apparsa eccessiva e lo sviluppo della partita una partita casalinga decisiva da giocare allarma bianca, quindi con il massimo delle condizione fisiche (prerogativa della gioventù) – lha confermato. E ancora, male aveva fatto il vecchio allenatore ad utilizzare tutti insieme i nuovi arrivati, altrettanto ha sbagliato il sostituto a lasciarli tutti fuori (tranne Nelson).
E stato sconsolante veder Malesani, con la squadra inerte e in grossa difficoltà, passeggiare per lunghi tratti indolente davanti alla panchina come chi sembra capitato lì per caso (il che è anche in parte vero). Dare indicazioni che persino i suoi stentavano a decifrare (grottesco il siparietto di Barreto, peraltro tra i più confusi e confusionari, con le braccia allargate in evidente disaccordo dopo aver ricevuto una segnalazione).
Ma dove il tecnico ha toppato clamorosamente è stato nella composizione della prima linea, con due pesi piuma a cercare di perforare un avversario che, per limiti propri, stava tutto schierato davanti al portiere. La retroguardia del Pescara, la più perforata del torneo e per giunta rabberciata, ha fatto un figurone ed ha corso scarsissimi pericoli prima del forcing finale. Si potrà dire che Malesani non conosceva Dybala, però non bisogna essere dei geni per capire che un ragazzino gracile gettato allo sbaraglio in solitudine contro marcatori arcigni non beccherà palla men che mai di testa. E così è stato (ma qualcuno dello staff, Perinetti ad esempio, non poteva chiarirgli le idee, visto che persino noi alla vigilia, sul sito, lavevamo segnalato?). Se schieri due tornanti col compito di fare i cross, hai bisogno di un uomo darea di rigore. Cè Boselli, che non è un fenomeno ma ha le caratteristiche per offendere dimpeto e di sponda: che lo tieni a fare in panchina? Buttalo nella mischia! E infatti da quando largentino è entrato, tardissimo, gli adriatici si sono dovuti preoccupare di lui lasciando inevitabilmente spazio agli inserimenti da dietro. Se ne è giovato anche Fabbrini, bello a vedersi, in stato di grazia, ma che fino ad allora girava al largo senza incidere più di tanto e spesso si pestava i piedi con i compagni di reparto. Risultato: il Palermo ha guadagnato venti metri, rendendosi molto più pericoloso e, non a caso segnando il pareggio, che prolunga lagonia.
Il doppio turno casalingo contro rivali dirette avrebbe dovuto tirar fuori il Palermo dalle secche della classifica ed invece ce lha fatto sprofondare. Riuscirà a trovare la forza di riemergere? Difficile, molto difficile. Anzi impossibile, se si continua a non vincere.
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