Pagelle Juventus
Editoriale Palermo – Pronti al raduno
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10 anni agoon
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RedazioneA pochi giorni dall’inizio della stagione ufficiale e del ritiro, in casa Palermo regna sovrana l’incertezza. Come sempre. Dopo un campionato trionfale, ci si aspettava perlomeno una solida base su cui costruire. Ed invece, secondo il costume zampariniano, si è cominciato col distruggere. Via il direttore Perinetti, cui non è stato rinnovato il contratto, malgrado non ci fosse un sostituto già pronto e malgrado la promozione (e questo ci poteva anche stare, motivazioni umane a parte, per i motivi spiegati nel corso dell’anno e persino per una sorta di catarsi per la retrocessione precedente). Via il team manager Budan, “figlioccio” sportivo del patron che molto si lagnò con Lo Monaco per averglielo venduto, sostenne allora, a sua insaputa: doveva essere il Tare della situazione, giovane da allevare con lo scopo di eseguire i dettami presidenziali in sede di mercato ed invece è stato allontanato a farsi le ossa altrove.
Via Lafferty, generosissimo attaccante e beniamino dei tifosi, che forse in A non avrebbe fatto sfracelli ma che comunque garantiva impegno e poliedricità: venduto (al Norwich) con la scusa di un temperamento troppo esuberante e scavezzacollo, ma in realtà sacrificato alla necessità di fare cassa, essendo l’unico per il quale è arrivata una proposta di acquisto cash. Via il povero Troianiello, la cui capacità di fare spogliatoio cementando il gruppo, enfatizzata da compagni e trainer, sommata alla nomea di portafortuna (tre promozioni consecutive) è stata premiata… con la cessione e la negazione di calcare finalmente quei campi di massima serie che aveva contribuito a conquistare. Va al Bologna. Auguri.
Di ingressi neanche l’ombra. Anzi, un’ombra. Quella di Franco Ceravolo. Non si è capito bene con che ruolo. Non è stato neanche presentato ufficialmente. Assunto all’inizio come capo dello scouting, poi incaricato del mercato ma smentito nelle trattative avviate (appartiene all’area Moggi, per capirci), infine, pare, direttore sportivo, dopo l’eclissi delle opzioni, vere o presunte, dei vari Braida, Foschi, Angelozzi, Salerno (ha preferito seguire Cellino in Inghilterra) eccetera.
Dei quattro-cinque elementi di categoria, esperienza e qualità indicati da tutti per assicurarsi la certezza di giocarsela per la salvezza, non se n’è visto neanche uno. Perché? Perché il Palermo vorrebbe vendere incassando e comprare non spendendo. Una legge economica che solo gli imprenditori del calcio non considerano una chimera. Perciò insegue prestiti e giocatori retrocessi, per forza di cose sul mercato. Un’operazione disastrosa due anni fa rilevando in blocco la difesa Novara-Cesena che contribuì in maniera decisiva alla retrocessione. Con buona pace delle assicurazioni del solito Zamparini che gli errori del passato non verranno più commessi. Evviva!
Soluzione all’impasse? Eccone una percorribile. Il Palermo ha a foglio paga una cinquantina di giocatori, alcuni dei quali dall’ingaggio esorbitante. In genere a fine mercato è costretto a prestarli gratis e spesso pagando le intere provviggioni. Considerata la straordinaria virtù dei dirigenti di ultimo ingresso di depauperare il patrimonio tecnico, grazie all’incapacità di scegliere chi mandar via e chi trattenere, sarebbe forse opportuno passare al setaccio l’intero organico. Ci si potrebbe accorgere che i rinforzi sono già in casa. Il caso Vazquez è esemplare e tuttaltro che unico. Basti pensare a Darmian, Sirigu, von Bergen frettolosamente lasciati andar via per un piatto di lenticchie o gratis e finiti in Nazionale. E al contrario alle spese esorbitanti per operazioni fallimentari come quella di Viviano, esemplare della follia o incompetenza (per non voler pensar male) dei più recenti operatori di mercato rosanero con Zamparini in testa (perché malgrado si lagni, l’ultima parola è sempre toccata a lui e soprattutto nella vicenda portieri è sempre stato lui a metterci il becco). L’operazione fu tentata con Sannino e Gattuso, ma gli esiti furono disastrosi (furono loro, ad esempio, ad allontanare Vazquez, malgrado fosse il capocannoniere del precampionato, e preferirgli Lores e Struna!). Ora c’è Iachini, che ha rivelato indubbie doti di recupero di giocatori in crisi d’identità o sottostimati (Dybala, Pisano, Daprelà, Bolzoni, Andelkovic). Siamo certi che nella pletora di rientri da prestiti (Sanseverino), bocciati prima degli esami (come Labrin, molto considerato in patria, per esempio, o Sosa, Simon, ecc) e giovani dell’ ottima primavera (Malele, Embalo, Bentivegna, Peterman, Monteleone eccetera) qualcosa di buono riuscirebbe a pescarla. Consentendo di concentrare gli investimenti su elementi che veramente garantirebbero il salto di qualità. Per non parlare dei rientranti o fuori rosa Mantovani, Aronica, Nelson il cui ingaggio pesante potrebbe, questo si, creare problemi di equilibrio di spogliatoio. Val la pena provarci.
Autore: Antonino Pavone
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