Pagelle Juventus
Editoriale Palermo: Ringhio a rischio?
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11 anni agoon
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RedazioneOrmai è logico metterlo in preventivo. Dopo la sconfitta con lo Spezia, immeritata se vogliamo, ma per nulla scandalosa (i liguri allinizio hanno messo alle corde un Palermo smarrito), la posizione di Gattuso si è fatta delicata. Del resto, guardando ai risultati, non cè di che essere allegri. Unesclusione dalla Coppa Italia, pur giocando in casa, con una compagine di A è vero ma non certo delle più forti. Tre sconfitte, un pareggio in casa e tre vittorie in sette partite, costituiscono un bilancio miserrimo per una squadra che, nelle previsioni interessate (dei dirigenti rosa per risvegliare la piazza, degli avversari per caricare di tensioni una potenziale concorrente), era definita la corazzata della B. Figuriamoci!
Lassenza di gioco, la confusione tattica, la sterilità offensiva cui hanno ovviato soltanto le capacità individuali dei singoli, una difesa che becca regolarmente gol evitabili, il nervosismo che non si traduce nella proverbiale grinta del condottiero ex Milan bensì in espulsioni in serie, i ripensamenti sul modulo a mercato concluso (come regolarmente avviene dallepoca di Pioli in poi) sommati allesigenza disperata di tutelare certi investimenti rivelatisi incongrui (Dybala, Hernandez) a scapito di altri gettati incomprensibilmente alle ortiche (due nomi per tutti, Vazquez e Sosa, costati fior di milioni e per i quali si parla persino di rescissione consensuale, per tacere di Viola, regista giudicato inadatto al vecchio modulo di Gattuso ma che adesso, con il centrocampo a tre privo di mente pensante, avrebbe forse fatto comodo), alla debolezza di certi dirigenti ancora in sella nonostante pessime campagne di compravendita e allinesistente prestigio del sodalizio (caso Garcia docet) sono solo alcune delle cause di un fallimento per certi versi annunciato.
Ora Zamparini scalpita. Sui giornali, dopo liniziale idillio (anchesso un film già visto), comincia a lanciare bordate, regolarmente smentite (il che, visti i precedenti, potrebbero in un niente tradursi in comportamenti di verso opposto). Le polemiche, fondate o no, aggiungono comunque nervosismo a un ambiente già di suo esplosivo. Il presidente però può solo prendersela con se stesso: anche questanno, per nulla scottato dai precedenti, ha tentato lennesimo azzardo forzando una situazione che avrebbe fatto meglio lo ripeto per lennesima volta – a gestire differentemente con un trainer collaudato e avvezzo alla B. Ha puntato su un novizio e dunque non può lamentarsi se la sua crescita professionale avviene sulle spalle della società. Scelta sua, problemi suoi.
Gattuso ha fin qui sbagliato molto, è innegabile: puntare su Barreto come organizzatore di gioco, formare una mediana con soli interdittori (ma Ngoy a che serve, se non cattura palloni e non li sa distribuire? Mistero ), trascurare gente di categoria come Di Gennaro e Troianiello, essere incapace di spremere il meglio da un organico che in cadetteria non è oggettivamente scadente, non incidere con i cambi (chiamar fuori il miglior Dybala di stagione, con il risultato da ribaltare), piazzare il lungagnone Lafferty allala per fare i cross anziché sfruttarli, aver creato uno spirito di gruppo, forse, ma non una squadra (e qui ritornano in mente le grigliate dellanno scorso al campo allenamenti, che Perinetti improvvidamente ha citato pur con altri obiettivi: il Palermo andava in B e i giocatori cuocevano allegramente salsicce alla brace! Se lavessero saputo i tifosi allepoca, sulla graticola ci avrebbero cucinato, loro, i giocatori!) e così via. Tutto questo basta e avanza , per aspettarsi di tutto. Allombra del Pellegrino, del resto, ci siamo abituati
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