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Editoriale Palermo – Se solo Sannino non fosse mai stato esonerato…
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12 anni agoon
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RedazioneCon i se e con ma nel calcio non si sono mai ottenuti risultati. E però, vedendo le prestazioni del Palermo durante la seconda fase della gestione Sannino, ci chiediamo dove si troverebbe ad oggi la compagine rosanero, se Maurizio Zamparini non avesse dato il via ad una delle più corpose girandole di allenatori che la storia di questo sport ricordi. Giusto per rinfrescare la memoria, i rosanero hanno iniziato la stagione con Sannino, poi è toccato a Gasperini e Malesani, quindi di nuovo a Sannino.
Che avrebbe meritato maggior fiducia nelle fasi iniziali del campionato quando, per dovere di cronaca, in tre partite mise assieme un pareggio e due sconfitte. Risultati non certo positivi, ma è evidente come Sannino, se solo gli fosse stato concesso maggior tempo, avrebbe presto rimesso le cose a posto. Del resto, se ci è riuscito con una squadro allo sbando e da tutti data per sicura retrocessa, lo avrebbe fatto anche quando le circostanze erano meno critiche.
Per dare lidea, da quando lex tecnico del Siena è ritornato sulla panchina rosanero, il Palermo ha collezionato 11 punti in 6 partite: numeri che, di questo passo, porterebbero alla salvezza dei siciliani. Ma potrebbe essere, adesso, troppo tardi, anche nonostante il grosso lavoro di ricostruzione psicologica ancora prima che tattica adoperata da Sannino. Mancano poche giornate al termine, ed il calendario del Palermo parla di avversari come Juventus, Udinese, Fiorentina e Parma: tutte squadre che, fatta eccezione per quella emiliana, potrebbero giocarsi sino all’ultima giornata obiettivi importanti.
La missione non va registrata alla voce impossibili, ma sarebbe stata di tuttaltra portata se a Sannino fosse stato dato tempo a sufficienza per far assimilare i propri schemi alla squadra. Può sempre comodo dirlo adesso, ma se gli fosse stata data occasione di continuare il lavoro cominciato senza che venissee troncato dopo sole tre partite di campionato, forse non saremmo qui a fare queste discorsi, ne’ a parlare di se e di ma e di come, nel calcio, a volte la pazienza sia più importante della frenesia da cambiamento.
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