Pagelle Juventus
Editoriale Palermo – Un grave passo falso
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11 anni agoon
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RedazioneLa serie positiva del Palermo nuovo corso s’infrange contro quella, più lunga, del Latina. I laziali hanno messo in difficoltà i siciliani con una condotta di gara attenta, applicando sistematicamente il raddoppio di marcatura, stando chiusi dietro ed affidandosi ai contropiede, pronti a prendersi quello che la gara gli avrebbe (eventualmente) offerto al cospetto di avversari sulla carta superiori. Gli è andata di lusso e vanno via con il massimo. Non hanno cercato lo scontro a viso aperto, umilmente, e sono stati premiati. Meglio per loro.
Il Palermo ha invece ripresentato i limiti che affiorano ogni volta che si trova a dover affrontare difese chiuse e schierate. Aveva sofferto col Varese, era riuscito a spuntarla alla fine col Trapani, ha pagato dazio col Latina. In trasferta si trova più a suo agio, dal momento che i locali non possono giocare toppo chiusi davanti al loro pubblico, e spesso vince. In casa, dove deve imporsi, spesso non riesce e sempre soffre.
E dire che la gara si era messa subito in discesa, con il gol di Hernandez. Sembrava il preludio di un tranquillo mezzogiorno di calcio ed invece la difesa s’è fatta infilare ben due volte, consegnando su un piatto d’argento la vittoria agli ospiti. Non subiva gol da quattro turni, non tanto e non solo per una solidità trovata d’incanto, quanto anche per una serie di concomitanze favorevoli, che domenica non si sono presentate. Il povero Ujikani, all’esordio stagionale, ha beccato due pappine, riproponendo ai tifosi rosanero spettri dell’annata scorsa all’insegna della malasorte più nera: il portiere, incoraggiato da più parti, forse non ha colpe specifiche sulle marcature, però ne ha incassati due senza fare una sola parata difficile. Pregasi fornirsi di amuleti. E curare l’intesa coi compagni che già in passato di lui poco si fidavano, entrando in confusioni incomprensibili dall’esterno e spesso fatali.
Finisce anche l’imbattibilità di Iachini. Prima o poi doveva succedere. Tuttavia ieri il tecnico, a prescindere dal risultato finale e non solo con il senno del poi, ha sbagliato alcune mosse decisive. Soprattutto la gestione dei cambi, dove finora aveva particolarmente brillato, ha lasciato a desiderare. Forse non aveva molte alternative, con diversi elementi fuori (Barreto, Dybala) o a mezzo servizio, ma le perplessità restano. Ogni tanto ci può stare. Hernandez ha segnato subito, è vero, ma è rimasto in campo per tutti i 90’ minuti malgrado fosse di ritorno dall’altro capo del mondo e chiaramente non fosse in condizione, andava rilevato da forze fresche anche in considerazione del fondo pesante che forse lasciava preferire Belotti come partner del subentrato Lafferty (i due peraltro, quando impegnati insieme, hanno sempre dimostrato maggior affiatamento rispetto alla coppia con l’uruguagio). Considerazione valida, il fondo pesante, che avrebbe sconsigliato l’inserimento del leggero e tecnico Stevanovic, fuoriforma e ai margini da un po’, non ha mai inciso. Per tacere dei vari Morganella e Pisano entrambi dentro, inadeguati come mai.
Svanisce quindi la concreta possibilità di fuga sfruttando il doppio turno casalingo ed i rosanero si ritrovano ad inseguire. Pazienza. Nessuno s’era illuso che il cammino si fosse trasformato in una passerella. E a volte certe legnate possono risultare salutari. Se servono a riportare i… marziani sulla terra.
Antonino Pavone (www antoninopavone it)
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