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Editoriale Palermo – Un punto e tanti rimpianti
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12 anni agoon
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RedazionePalermo e Milan non godono di buona salute e sono lontane parenti delle squadre che, fino ad un paio di stagioni, fa regalavano ai propri tifosi più goie che delusioni: non ci voleva lo scontro diretto a scoprirlo, semmai a confermarlo. A farla da padrona, la tensione e la paura, sulluno e sullaltro fronte. Il risultato alla fine può considerarsi giusto. Entrambe hanno buoni motivi per rammaricarsi della mancata vittoria, se si fossero verificate alcune condizioni tuttaltro che secondarie. Il Palermo se fosse riuscito a mantenere il doppio vantaggio, costruito a fatica e un po casualmente. Il Milan se si fosse svegliato prima e, sfruttando i limiti di un avversario costretto a snaturarsi perché orfano del suo elemento tatticamente più duttile ed importante, non avesse affondato i colpi con maggior decisione.
Per il Palermo la gara è iniziata subito in salita. Gasperini ha rischiato Donati, infortunatosi nellimminenza del fischio dinizio, ed ha pagato caro lazzardo, bruciando un cambio ad appena pochi minuti dallavvio. Limportanza del novello regista arretrato nellorganizzazione di gioco rosanero è conclamata ed affermata dai fatti, ma forzare la mano in questo modo avrebbe potuto costar caro. Una difesa con al centro i giovani Garcia e Muñoz al fianco del subentrato Von Bergen non dava garanzie assolute e lo si è visto soprattutto nella ripresa, quando lingresso di Bojan al posto di un impalpabile Pato, con le sue accelerazioni, ha messo a soqquadro laria avversaria. E un fatto però che Ujikani non ha dovuto compiere alcuna parata decisiva, pur non essendo immune da colpe nel secondo gol: questo per dire che le lamentazioni del Milan basate su una presunta schiacciante superiorità territoriale (peraltro ovvia, dovendo recuperare), non hanno molta ragion dessere.
Latteggiamento tattico di Allegri, troppo rinunciatario allinizio, non è piaciuto ai suoi datori di lavoro (Berluscono e Galliani), e denota uno scollamento ormai forse irreversibile tra allenatore e proprietà, ma restando in casa rosanero non si può tacere il solito declino fisico e di condizione di fine gara, limpatto poco incisivo di Giorgi altre volte più presente, lo scarso peso specifico di Rios, faro dellUruguay ma da queste parti oscuro comprimario, levanescenza di Mantovani, un giocatore arrivato al Barbera con ottime credenziali e anni di serie A a buon livello come marcatore, e che tuttavia, complice anche la mancanza di un laterale di ruolo, viene spesso dirottato sullout sinistro con risultati decisamente insufficienti. Per il resto, bene lattacco con Brienza (perché sostituirlo tanto presto?) e Miccoli mobili e pimpanti e col capitano, eversore dei rossoneri, che col Milan sembra avere il dente avvelenato
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