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Editoriale Palermo – Un toccasana per cominciare il discorso promozione
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11 anni agoon
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RedazioneGattuso cambia formazione, uomini e modulo e vince la prima partita ufficiale da trainer in Italia. Addirittura con un 3-0 esterno che fa morale ma che non deve illudere più di tanto. Certe vittorie così nette nel punteggio, possono persino essere dannose. Fanno credere che tutto sia risolto, che si è arrivati alla quadratura del cerchio ed invece, sul piano del gioco e persino delle scelte tattiche e di formazione, c’è ancora molto da fare.
La partita è stata indirizzata infatti da due errori. Dei patavini nell’azione del vantaggio rosa e dell’arbitro nel concedere un rigore con eccessiva generosità tra i fischi del pubblico (veneti e siciliani sono gemellati e durante la vigilia avevano festeggiato a circa 20 anni dall’ultima occasione: chissà che la decisione della giacchetta nera non guasti il feeling). Prima e dopo gli episodi decisivi, tanta confusione. Frenesia e poca lucidità. Al Palermo è andato bene tutto.
Di Gennaro ha bagnato l’esordio con un gol su azione costruita e conclusa personalmente. Dando ragione ai tanti che ne caldeggiavano l’utilizzo e non se ne spiegavano l’esclusione. Il raddoppio sembrava aver messo i rosa nelle condizioni migliori per portare con tranquillità in porto il successo esterno, ma così non è stato.
Come a Modena, anche a Padova, gli avversari si sono buttati in avanti rischiando di travolgere i rosanero. Dimostrando peraltro quanto già si sospettava, ovvero che il fraseggio ricamato e il possesso palla, benché sterile, riesce al Palermo quando gli avversari decidono di concederglielo per trarne vantaggi e colpirlo d’infilata. Infatti, proprio quando i rosa potrebbero utilizzarlo per spegnere le velleità altrui, ecco che svanisce come d’incanto e l’iniziativa passa totalmente sull’altra sfonda. Ci rifletta Gattuso e non si faccia fuorviare da un risultato eclatante nelle dimensioni, ma che, lo ripetiamo, non ha rispecchiato esattamente l’evoluzione della gara.
Troppo debole il Padova per far male. Poco incisivi i suoi attaccanti. Eppure il Palermo ha tremato per tutto il secondo tempo. Ringhio ha effettuato una doppia sostituzione. Condivisibile quella di Varela per un’impalpabile Dybala, con conseguente ritorno al modulo ad una punta. Meno quella di Troianiello per un Di Gennaro tonico e apparso ancora in grado di dire la sua.
Troianiello peraltro è durato poco. Subito espulso, con forse eccessiva severità, da un arbitro che aveva da farsi perdonare il rigore concesso. Quella delle espulsioni è pero una lacuna sulla quale Gattuso (anche lui allontanato dal campo contro il Verona) dovrà intervenire. La grinta va utilizzata per reagire quando gli avversari ti mettono sotto (e questa non si è vista né a Modena né a Padova) e non per farsi buttar fuori rimanendo in dieci.
La stessa scelta di affidare il compito di capitano a Munoz è apparsa temeraria. Il difensore era all’esordio, ma non ha le caratteristiche canoniche per rappresentare la squadra e interloquire con l’arbitro: è taciturno, ansiogeno e con un’inclinazione inveterata ad intervenire con foga collezionando falli contro e cartellini (come avvenuto puntualmente domenica).
A proposito di capitani in pectore, si è rivisto sul finale Barreto, all’esordio anche lui. Qualche minuto utile per far fiato e partecipare alle barricate finali. In conclusione, due parole per Sorrentino ed Hernandez. Chiuso il mercato, hanno fatto la loro parte. Mantenendo la porta inviolata, il primo e regalandosi una doppietta il secondo. Speriamo che duri…
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