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Editoriale – Prandelli, serve un Gila così?
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12 anni agoon
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RedazioneMilan, Fiorentina, Genoa e Bologna. Dalla Champions League vinta nel 2007 alla lotta per non retrocedere nelle file della squadra emiliana. Messa così, ad occhio e croce sembra l’inarrestabile parabola discendente di un calciatore. Invece, Alberto Gilardino sta smentendo tutti gli scettici. Ok, non è più il killer spietato di Parma, capace di siglare qualcosa come 46 gol in due campionati (47 se si considera il gol nello spareggio proprio contro la sua attuale squadra nella stagione 2004/2005), ma l’ariete biellese sta sicuramente dimostrando che non è un giocatore finito.
Eppure, fino a poco tempo fa, tutto lasciava presagire il contrario: dopo l’apice toccato con la vittoria dei Mondiali nel 2006 in Germania e la conquista del più importante trofeo continentale l’anno successivo con il Milan, qualcosa nel Gila è cambiato. Il magro bottino di soli 9 gol in 40 presenze nella stagione 2007/2008, e dalle parti di Via Turati comincia a serpeggiare un certo malcontento circa il rendimento del centravanti che aveva fatto sfracelli a Parma e così Gilardino viene ceduto per poco meno di 15 milioni di euro alla Fiorentina di Prandelli.
In Toscana l’attaccante sembra rifiorire, guidando la squadra viola alla cavalcata verso il quarto posto che significa preliminari di Champions League, con uno score invidiabile di 19 marcature in 35 apparizioni. Nella stagione seguente Gilardino fa registrare un leggero livellamento verso il basso delle sue prestazioni che comunque lo consacrano come uno dei bomber principe della nostra Serie A grazie alle 15 reti messe a segno. Quando tutto sembrava andare per il verso giusto, ecco che qualcosa si incrina nuovamente: dopo un anno e mezzo di alti e bassi a dir la verità pochi alti e molti bassi (insufficienti i 15 gol in quasi 50 presenze tra campionato e Coppa Italia per convincere i Della Valle a puntare ancora su di lui) Aladino (così amava soprannominarlo Pellegatti) viene venduto al Genoa per 8 milioni di euro.
Il periodo nero di Gilardino continua anche in Liguria e, dopo soli sei mesi in cui l’attaccante piemontese riesce a bucare la rete avversaria appena 4 volte, arriva la chiamata del Bologna che decide di concedergli una chance, puntando su di lui per la lotta per non retrocedere. Evidentemente l’aria emiliana deve far bene al Gila che si rende protagonista di un avvio di campionato folgorante, presentandosi ai suoi nuovi tifosi con una doppietta ed un assist per il gol decisivo di Diamanti nella vittoriosa trasferta per 3-2 contro la Roma di Zeman. Si ripete i due turni successivi, prima mettendo a segno il gol che permette ai felsinei di conquistare un punto prezioso contro il Pescara, e poi ancora con una doppietta nel 4-0 finale che abbatte il Catania.
I miglioramenti comunque non si notano solo in zona gol (5 su 5), ma anche nei movimenti senza palla con Gilardino sempre pronto ad aggredire la profondità e a farsi trovare pronto con le sponde per i compagni. Chissà che a forza di suonare il suo proverbiale violino sotto la curva Bulgarelli non arrivi la prestigiosa chiamata di Prandelli…
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