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Editoriale Roland Garros – Il cannibale della terra battuta
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11 anni agoon
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RedazioneQuando Rafael Nadal si è presentato sul Chatrier sfoggiando una bendatura stretta sotto il ginocchio sinistro, non poche persone hanno pensato a un riacutizzarsi dellinfiammazione tendinea patita in passato. Pure quella faccia dangelo di Stanislas Wawrinka avrà avuto lo stesso perfido pensiero. Con la somma gioia degli amanti dei colpi arrotati allesasperazione, ci rendiamo conto che quel bendaggio è stato messo a scopo cautelare: la partita, di fatto, non è mai iniziata a causa della scarsa forma fisica del tennista elvetico annichilito dalla maratona ai quarti col francese Gasquet (quattro ore e mezza).
Nadalito prende coraggio e – si sa – quando gioca in piena fiducia su questa superficie diventa un extraterrestre e la prova che gioca contro il povero Stan è linutilità di un dritto allincrocio delle righe tirato a quasi 150 orari. Da dove si può ripartire se non dallhotel o dal check-in dellaeroporto De Gaulle? Wawrinka si accontenta di terminare la gara al secondo set, il terzo (terminato 6-1 nel giro di venticinque minuti) lo regala, la doccia e un po di riposo diventano il meritato regalo per festeggiare il migliore risultato della carriera in uno slam. Entra nel club dei mai vincenti contro Rafa dopo dieci tentativi, in compagnia di Almagro e Mathieu.
Dopo i sette mesi di stop e la sconfitta al rientro di Viña del Mar, Nadal non si ferma più, centra lottava semifinale al Roland Garros in nove partecipazioni e se non fosse per quel suicidio nel 2009 con Soderling saremmo qui a parlare di un record irripetibile; ventesima semi consecutiva negli Slam, trentaseiesimo match vinto sulla terra rosa sui trentotto giocati nel 2013. A un passo dalla finale di domenica troveremo la partita più pronosticata dai computers, il migliore al mondo contro il cannibale della terra battuta.
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