Editoriale Roland Garros – La pioggia non ferma Djokovic

I tre tenori si sono esibiti sul centrale dell’Open di Parigi quindi ci è consentito redigere un mini bilancio sulle loro prestazioni: chi ha steccato è Rafael Nadal impegnato ieri in un faticoso match col tedesco Brands, finito dopo quattro ore e un set perso per strada; il più disimpegnato è apparso Roger Federer nel giorno di apertura contro Pablo Carreño. Quest’oggi gli dei del cielo hanno voltato le spalle a Novak Djokovic e la pioggia ha così fatto slittare il match del serbo nel primo pomeriggio.

Il belga David Goffin si è dimostrato avversario ostico soltanto nel primo set portato al tie-break avendo commesso proprio sul più bello l’unico errore in 46’ di partita: 5-5 e ultimo servizio, il ragazzo cade in un doppio fallo sanguinolento, Nole non perdona. Goffin incarna a pieno la nuova leva di tennisti cresciuti a pane e pallettate, dispone di un ottimo rovescio bimane di cui eccede le dosi e tira fortissimo – ma meno preciso – col dritto. Tutto qui. Capita, poi, di incontrare quel giocatore che varia il proprio tennis a partita in corso e le difficoltà si fanno insormontabili per l’assenza di colpi vintage.

Non si chiedeva il miracolo perché Djoker è d’un altro pianeta, la pioggia e l’umidità di giornata (si sono ritirati ben cinque giocatori) non lo fermano e quando ti risponde con una palla sui piedi dopo una prima a quasi 200 orari, capisci che non è proprio giornata. Meglio attendere avversari più forti e meno dediti alla palla basca.

Le eliminazioni di giornata shoccanti si sono rivelate tutte nel doppio laddove salutano già al primo turno la coppa indiana Bhuphati-Bopanna (testa di serie numero 4) e, ahinoi, il duo italiano Bracciali-Fognini (14). Sono passati appena tre giorni dall’inizio del secondo slam dell’anno e già la tabella di marcia reclama un ritardo per le forti piogge, viene da chiedersi se sia opportuno coprire il Chatrier come il Centrale di Wimbledon.