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Editoriale Roland Garros – Maria la rossa, battuta l’amica Bouchard
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10 anni agoon
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RedazioneQuando nel 1878 i fratelli Renshaw si riunirono a Cannes per creare il primo torneo francese su erba, divenuto successivamente su terra rossa per motivi climatici ed economici, mai si sarebbero immaginati che quella superficie nata dalla polvere delle fornaci di Vallarius sarebbe stata dominata da una giocatrice proveniente dalla Siberia. Il Roland Garros non è mai stato terra di conquista di parte russa, anzi per i giocatori della Grande Madre si è sempre rivelata una campagna fallimentare. La tendenza è cambiata nel 2004 con la vittoria di Anastasija Myskina (nel suo unico Slam di carriera) sulla connazionale Jelena Dementieva in quello che per molti è riconosciuto come l’inizio della russificazione del tennis mondiale.
Non è un caso, quindi, se da quell’anno a raggiungere le finali Slam siano state per lo più giocatrici provenienti da Nazioni ex socialiste. In finale di Wimbledon 2004 arrivò una minorenne proveniente da Njagan’ (città polare attraversata da un piccolo fiume) che in semifinale batté Lindsay Davenport, la medaglia d’oro di Atlanta ’96. Quella ragazzina dal sorriso raro e con gli occhi di ghiaccio come il permagelo della sua terra, è la protagonista di questo Roland Garros: Maria Sharapova. Tenace, urlatrice, eccellente in accelerazione e col rovescio bimane, nata per primeggiare. In una parola una tennista completa, capace di adattarsi a tutte le superfici senza subire la variazione del rimbalzo.
Approda alla sua terza finale consecutiva a Parigi in seguito a un duro match contro Eugenie Bouchard, la stellina che ha incantato il pubblico della Porte d’Auteuil e forse anche Grigor Dimitrov, il fidanzato di Maria. C’è una foto risalente a dodici anni fa che le vede abbracciate in una grande sorriso. Eugenie bambina, Sharapova adolescente e già su campi prestigiosi. È passata un’era sportiva: la tennista canadese insidia le prime dieci al mondo mentre Maria è la n.3. L’allieva non ha battuto la maestra, anche se dopo il primo set vinto 6-4 ci sperava. Ha vinto Sharapova, ha vinto la più forte, quella più abituata a giocare partite come questa (Bouchard era alla prima semi-Slam in carriera).
In finale, la siberiana dagli occhi glaciali affronterà Simona Halep che ha regolato in due set la tedesca Andrea Petkovic. Sulla giocatrice romena ci sarebbero migliaia di aneddoti da raccontare, ma su tutti ne va ricordato uno: Virginia Ruzici, la prima tennista della Romania a entrare fra le Top10, nonché sua attuale manager, le divinò la vittoria del Roland Garros due anni fa. La leggenda vuole che durante un volo di ritorno da Tokyo, nel 1977, la Ruzici si propose di leggere il futuro delle compagne attraverso i tarocchi: si rifiutarono tutte, tranne Virginia Wade. “Vincerai Wimbledon” le disse. E lo vinse davvero.
Alessandro Legnazzi (Twitter: @lusciandru)
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