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Editoriale – Roma, l’era spallettiana, parte II
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12 anni agoon
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RedazioneUna ventata di normalità era quello che si auspicava e si sperava con larrivo di Aurelio Andreazzoli alla guida della Roma. Basta con quei ritmi frenetici, con quelle verticalizzazioni a prescindere e con quel modulo difficilmente calzabile su questa rosa costruita da Baldini e Sabatini nella scorsa estate.
È stato lo stesso ds romanista, per esempio, alla presentazione dellultimo acquisto Vasilis Torosidis, a dire che il greco non era proprio il prototipo di terzino che poteva fare al caso del Zeman. E proprio lex capitano dellOlympiakos, invece, è stato uno dei migliori nelle tre uscite di Andreazzoli.
Non cè da stupirsi quindi se la squadra romanista, sempre contro lAtalanta riesce a segnare proprio con Torosidis, con la classica palletta spallettiana (di Bradley nel caso specifico) sulla fascia alle spalle dei terzini; non cè da rimanere increduli, non tanto il fatto che segni Perrotta, ma che il 35enne arrivi al gol con il classico taglio spallettiano sul cross sul primo palo.
In striscia vincente da 3 partite, nellambiente Roma torna di moda il raggiungimento del 3° posto, lontano non dal punto di vista numerico di punti in classifica, quanto nel numero di squadre che ha davanti a se e che dovrebbero calare vistosamente tutte. Il vero obiettivo è quel 17 aprile nel quale la squadra giallorossa giocherà a San Siro nella partita di ritorno della semifinale di Coppa Italia. Uneventuale passaggio del turno, oltre a regalare il derby romano in finale, regalerebbe, probabilmente, una qualificazione in Europa League che rimane lobiettivo minimo per una stagione, per il secondo anno americano consecutivo, partita male.
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