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Editoriale Roma – Mal di rimonta
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12 anni agoon
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RedazioneQuattordici punti in dieci partite, diciannove i gol subiti che ne fanno la peggior retroguardia del campionato e ben tre sconfitte negli ultimi cinque incontri. I numeri sono lì, impietosi, sotto gli occhi di tutti.
In poco più di due mesi dalle parti di Trigoria lo stato d’animo è completamente cambiato: scordatevi l’entusiasmo scaturito dal ritorno di Zeman dopo tredici anni, dimenticate il plebiscito di applausi dell’Olimpico con cui era stato accolto il boemo alla prima giornata. L’ennesimo passo falso di Parma ha infastidito non poco i vertici societari, soprattutto considerando che è la terza volta – la seconda consecutiva – in cui i giallorossi si fanno rimontare dagli avversari. Nel post partita il tecnico romanista si è giustificato addossando tutta la colpa alle pessime condizioni del campo, ma si potrebbe obbiettare che anche i crociati hanno dovuto fare i conti con il violento acquazzone che si è abbattuto sulla città emiliana (sarebbe interessante sapere per quale arcano motivo la partita non sia stata sospesa).
Il credo tattico di Zeman è sempre stato quello di segnare un gol in più dell’avversario, ma adesso sembra che questa filosofia gli si stia ritorcendo contro. Sul banco degli imputati c’è sicuramente il reparto arretrato ma chi mette sotto contratto l’ex Pescara sa già che l’impenetrabilità della difesa non è un punto forte delle sue compagini. Più che altro preoccupa l’atteggiamento della squadra nel suo insieme che, appena subisce un gol, si sgretola non riuscendo più a raddrizzare l’incontro. In molti casi infatti si sono verificati degli allarmanti black-out a livello mentale: si pensi ad esempio alla gara interna con il Bologna dove i giallorossi si sono fatti raggiungere nel giro di due minuti, o alla scorsa giornata con Di Natale mattatore nel finale, per non parlare della debacle di mercoledì sera con le reti di Belfodil e Parolo in tre giri d’orologio. Insomma, vuoi per la scarsa qualità della difesa, vuoi per una mancanza di lucidità e concentrazione, fatto sta che gli uomini di Zeman evidenziano una difficile gestione del vantaggio iniziale.
Anche al Tardini il quartetto difensivo è inoltre parso inadeguato: addirittura fantozziano il goffo intervento di Dodò che ha portato al pareggio dei gialloblu. Resta un mistero il mancato utilizzo di Burdisso che, certo non sarà un baluardo insuperabile, ma sicuramente offrirebbe più garanzie se inserito al posto di uno dei due centrali. I grattacapi per Zeman non finiscono qui, perché Destro sta ormai diventando un vero e proprio caso: voluto a tutti i costi dal boemo, non si capisce per quale ragione il centravanti marchigiano venga poco impiegato e, nei rari casi in cui sia chiamato in causa, venga schierato sull’out di destra. L’unica nota positiva è rappresentata dall’argentino Lamela, sempre più a suo agio nel tridente offensivo e sempre più decisivo in zona gol.
A Roma comunque si cominciano già a sentire i primi mugugni e l’impressione è che se Zeman vorrà restare a lungo sulla panchina giallorossa, dovrà per forza di cose trovare una soluzione a tutte queste problematiche, considerando che a 65 anni questa potrebbe essere l’ultima grande occasione della sua interminabile carriera.
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