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Editoriale Roma, Roma: il mercato paga, per ora!
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10 anni agoon
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RedazioneLa regina del mercato, come è stata definita la Roma da una larga fetta degli addetti ai lavori, ha subito messo in mostra i suoi nuovi gioielli, aggiudicandosi il primo big match stagionale. L’iper attivismo estivo di Walter Sabatini ha iniziato a dare i suoi frutti sul rettangolo di gioco, come auspicato da tutti i sostenitori giallorossi. Astori è apparso sicuro e in grado di sostituire una colonna come Castan, Manolas ha convinto, nonostante sia stato catapultato in prima squadra poche ore dopo il trasferimento dall’Olimpiakos, Iturbe ha mostrato lampi della sua classe, Keità ha immediatamente garantito minuti di qualità a Garcia quando chiamato a tamponare le folate offensive della Fiorentina, mentre Cole ha fugato qualche dubbio serpeggiato nella fase di preparazione. Non tutti, però, visto che la notte scorsa è giunta l’ufficialità dell’acquisto di Holebas, terzino sinistro di grande personalità che arriva nella capitale non certo per scaldare la panchina. Mettiamoci pure l’imminente acquisto di Basa, è evidente che quest’anno la rosa della Roma è a dir poco completa e ricca di opzioni. Tantissimi i difensori, il reparto che ha cambiato di più e, dopo la cessione di Benatia, in teoria si è indebolito.
Contro la Viola non ha subito goal, sebbene nell’ultima mezzora abbia sofferto fin troppo e ci sia voluto un grande De Sanctis per evitare il pareggio degli avversari. Nella parte finale della gara il calo dei giallorossi è sembrato più di natura fisica che legato ad altri fattori. Soprattutto nel primo tempo, il dominio dell’undici di Garcia è stato invece totale. Come già accaduto nelle partite disputate contro la Fiorentina nel 2013-14, il centrocampo della Roma ha preso il sopravvento, guidato da un Nainggolan devastante e di nuovo in rete contro i ragazzi di Montella – il belga aveva realizzato la rete decisiva anche al Franchi nella parte finale della scorsa stagione. E pensare che alla mediana romanista manca ancora Strootman, ovvero uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Volendo trovare un difetto ai primi 60 minuti dei giallorossi, c’è il ricorrente problema di non riuscire a chiudere la partita. In campo aperto Gervinho è devastante, ma per segnare “ha bisogno” di avere 2-3 palle goal. Tutto risaputo, d’altronde se l’ivoriano avesse anche uno spiccato senso del goal staremmo parlando di un giocatore da mettere di diritto nella cerchia ristretta dei più grandi del football planetario. Non che già così non sia comunque determinante, come si è accorto il buon Montella (piccolo inciso sul tecnico viola, che regalo ai suoi ex tifosi la presenza nell’undici titolare dell’impresentabile Brillante!).
Ora c’è subito la pausa, sebbene tanti romanisti dovranno rispondere alle convocazioni delle rispettive nazionali – a proposito, ben 4 sono quelli chiamati da Conte. Poi si materializzerà il primo doppio impegno in campionato e in Champions League (con Empoli e CSKA Mosca), una novità per la squadra allenata da Garcia. Un esame da non fallire, per legittimare le tante ambizioni della regina del mercato.
Luca Manes
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