Pagelle Juventus
Editoriale Sochi – Il grande balzo della Russia
Published
11 anni agoon
By
RedazioneLa cerimonia d’apertura dei XXII Giochi Olimpici invernali di Sochi ha, finalmente, spalancato le porte del futuro alla Russia, paese di tradizione conservatrice. È stata come una liberazione da una maledizione piombata sulle teste dei nipoti di coloro che in passato sostennero un non-Stato che poggiava le fondamenta su ideali totalitari e dispotici. Adesso la Russia può spiccare il volo verso il domani, proprio come ha fatto la bambina nelle prime fasi della serata, quando ha brandito l’aquilone e, in un’ipotetica ascesa verso il cielo, ha materializzato la svolta. È la forza dello sport. Una forza pacifica creata da un generatore che non hai mai fine, che tende a unire anziché disgregare. I clamori che hanno contraddistinto l’avvenire di questo avvenimento si sono spenti assieme a coloro che usano un Olimpiade in maniera strumentale, come uno scudo dietro il quale nascondere campagne elettorali o buoni propositi politici.
La linea politica di Putin sulle tematiche d’uguaglianza di diritti per le coppie omosessuali è assolutamente da condannare. Però non ha senso parlare di questi argomenti in un Olimpiade e minare la stabilità della stessa con minacce da guerra fredda. Il protagonista deve essere lo sport. Lo sport e nient’altro. Di diritti civili si dovrebbe parlare nelle opportune sedi, altrimenti è come se a un convegno internazionale di economia i rispettivi ministri si scannassero sulla briscola o sul bridge. Strano, no? Se Obama, il cancelliere Merkel o Hollande hanno deciso d’astenersi dal partecipare a questa parata, avranno avuto i loro motivi; e se Enrico Letta presenzia, allora, è un sostenitore dell’intransigenza di Putin? Non scherziamo. In questi sedici giorni va esaltato il carattere delle competizioni e lo spirito olimpico che dovrebbe pervadere tutti. Sochi ha iniziato col piede giusto mostrando il lato migliore nella cerimonia al Fišt Olympic Stadium, impianto omonimo al monte lì vicino che tradotto significa “testa bianca”.
Le tre ore di spettacolo ci hanno ricordato la storia di questo grande paese. Dall’alfabeto cirillico, ai padri della cultura russa, da Dostoevskij a Tolstoj, passando attraverso la sanguinosa Rivoluzione d’ottobre fino ad arrivare alla luce del progresso e dei lanci spaziali. A memoria manca qualche passaggio storico, diciamo che il regista ha tagliato le parti più forti di questo appassionante film; però tutto emozionante, tutto molto curato in ogni minimo dettaglio (eccezion fatta per quel quinto cerchio olimpico che è rimasto chiuso). Fra un ballo su musiche leggiadre e una cavalcata di troika, spuntano dal ventre dello stadio le ottantotto nazioni partecipanti a questi Giochi, le quali si contenderanno le 294 medaglie. E gli ultimi metri del travagliato viaggio della torcia olimpica (percorsi da tedofori quali Maria Sharapova, Yelena Isinbaeva, l’ex pattinatrice Irina Rodnina e il leggendario portiere hockey Vladislav Tretiak) sono un immaginifico conto alla rovescia prima del salto nel futuro.
Alessandro Legnazzi
You may like
Dal Newton Heath al Manchester Utd: quando i Red Devils non erano diavoli e neppure rossi
Quella volta che… Sylvester Stallone parò un rigore alla Germania
FOTO – Il Bayern vince ancora, ma a festeggiare non c’è proprio nessuno…
VIDEO – Ricordate Diego Forlan? Gioca e segna ancora, ma nella Serie B giapponese!
18 gennaio 1953, quella volta che Amadei al 90′ fece esplodere il Vomero e piangere la ‘Signora’
Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”